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Sudan: combattimenti intensificati a el-Fasher e Bara mentre la crisi umanitaria si aggrava

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Il conflitto in Sudan sta raggiungendo livelli drammatici con la crescita dei combattimenti e una crisi umanitaria senza precedenti.

Negli ultimi giorni, il conflitto in Sudan ha subito un’intensificazione preoccupante, portando a gravi conseguenze per la popolazione civile. La Rapid Support Forces (RSF), un gruppo paramilitare, ha avviato attacchi contro le città di el-Fasher e Bara, aggravando ulteriormente la già complessa situazione umanitaria.

La città di Bara, situata a circa 350 km a sud-ovest di Khartoum, ha visto un attacco coordinato da più direzioni, costringendo le forze armate sudanesi (SAF) a rispondere con bombardamenti.

Questa area rappresenta uno dei pochi centri urbani di rilevanza sotto il controllo dell’esercito, ma è ormai circondata dai combattenti della RSF.

La situazione a el-Fasher

La città di el-Fasher, nel Darfur settentrionale, è diventata un simbolo della devastazione e della sofferenza. Dopo un anno e mezzo di assedi, i residenti sono rimasti intrappolati, senza accesso ai beni di prima necessità e sottoposti a incessanti bombardamenti. Le comunicazioni sono state interrotte, rendendo difficile la raccolta di informazioni e l’assistenza umanitaria.

Le conseguenze per i civili

Le testimonianze dei residenti parlano di una realtà insostenibile. “I colpi di artiglieria si sentono ovunque, e la paura regna sovrana. Un proiettile è esploso a pochi metri da dove mi trovavo”, racconta un abitante di el-Fasher a un reporter di Al Jazeera. Questo scenario mette in evidenza l’urgente necessità di un intervento internazionale, poiché la vita quotidiana è diventata un campo di battaglia.

La crisi umanitaria

Il conflitto sta producendo un impatto devastante sulla salute pubblica. Secondo il Sudan Doctors Network, la situazione è catastrofica, con un numero crescente di morti tra i bambini a causa di malnutrizione e malattie. Ogni giorno, almeno tre bambini muoiono a causa della mancanza di risorse mediche e alimentari, mentre oltre 250,000 civili, di cui la metà sono minori, rimangono isolati.

Interventi delle ONG

Organizzazioni come Save the Children hanno segnalato un aumento delle vittime tra i più giovani. Solo nel mese di ottobre, si è registrato un bilancio tragico di almeno 17 bambini uccisi e 22 feriti in el-Fasher. I servizi sanitari sono collassati, e i bambini affetti da malnutrizione grave non ricevono più cure adeguate.

In aggiunta, le forze paramilitari stanno intensificando gli attacchi a infrastrutture civili, con un aumento dei bombardamenti e dei droni. Recentemente, i droni della RSF hanno preso di mira l’aeroporto internazionale di Khartoum per il quarto giorno consecutivo, ritardando i piani di riapertura e complicando ulteriormente la situazione.

Il contesto geopolitico

Il conflitto, iniziato nell’aprile, ha causato la morte di decine di migliaia di persone e ha sfollato oltre 12 milioni di individui. Le agenzie delle Nazioni Unite hanno descritto la situazione come la crisi umanitaria peggiore al mondo. Mentre i leader mondiali si concentrano su altri conflitti globali, la crisi in Sudan sembra passare in secondo piano, nonostante le promesse di intervento da parte di paesi come gli Stati Uniti.

Il Ministro degli Esteri sudanese, Mohieldin Salem, ha recentemente visitato Washington per discutere di cooperazione umanitaria e pace, ma le speranze per un dialogo significativo rimangono fragili. Con la crisi che si aggrava, la comunità internazionale deve agire con urgenza per proteggere i civili e porre fine a questa spirale di violenza.