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Nella nuova classifica dei “super ospedali” italiani – stilata in base a criteri come l’efficienza clinica, la qualità delle strutture e l’adozione di tecnologie all’avanguardia – la Toscana si distingue piazzando ben tre strutture tra le migliori del Paese. Un riconoscimento importante che premia il lavoro sinergico di medici, infermieri e di tutto il personale sanitario.
Una sanità a due velocità: il Nord domina la classifica dei super ospedali
La nuova mappa della sanità italiana, elaborata dal Ministero della Salute in collaborazione con Il Sole 24 Ore, evidenzia un netto divario geografico tra Nord e Sud. Su 21 ospedali d’eccellenza individuati per volume di pazienti trattati e gestione di casi complessi, ben 12 si trovano nel Nord Italia e 7 nel Centro. Il Sud può contare soltanto su due strutture capaci di competere a livello nazionale: l’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli e la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.
Milano si conferma il fulcro dell’alta specializzazione sanitaria, occupando i primi tre posti in classifica con l’IRCCS Galeazzi, l’Humanitas di Rozzano e il San Raffaele. Per trovare un polo meridionale, bisogna scendere fino al quattordicesimo posto.
Super ospedali italiani: la Toscana tra le regioni eccellenti
Tra le Regioni centrali, la Toscana mantiene un ruolo da protagonista nella sanità pubblica e convenzionata. Lo conferma la presenza nella graduatoria nazionale di tre strutture di alto profilo: l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (sesta), quella Senese (ottava) e il polo di Careggi a Firenze, posizionato poco sotto.
I dati più recenti, aggiornati al 2023 e ricavati dalle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), confermano che queste realtà attraggono pazienti da tutta Italia grazie alla qualità dell’assistenza, alla tecnologia disponibile e alla capacità di trattare patologie complesse.
Altre eccellenze si concentrano in Veneto, Emilia-Romagna e Lazio, mentre Piemonte, Liguria, Marche e Puglia contano una sola struttura a testa in questa élite nazionale.
Una sanità a due velocità: verso una riforma per colmare il divario
L’attuale squilibrio nella distribuzione delle strutture d’eccellenza ha prodotto un fenomeno sempre più evidente: la migrazione sanitaria da Sud a Nord. Solo nel 2023, il costo dei ricoveri fuori Regione ha sfiorato i 3 miliardi di euro, segno di una sanità che, pur essendo pubblica e universale, non riesce a garantire pari opportunità su tutto il territorio.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato l’imminente avvio di due provvedimenti collegati alla finanziaria: uno per il riassetto delle professioni sanitarie, l’altro per il potenziamento della rete ospedaliera e territoriale. Il progetto prevede la nascita di “ospedali nazionali di riferimento” di terzo livello, dotati di tecnologie avanzate e personale altamente qualificato. L’obiettivo è rafforzare l’offerta sanitaria nel Mezzogiorno, garantendo cure specialistiche in settori strategici come cardiochirurgia, neurochirurgia e oncologia pediatrica, colmando così un gap che dura da troppo tempo.
“Quando parliamo di riforma strutturale del Ssn è chiaro che va fatta, dopo 47 anni deve essere ammodernato rispettando i principi base di universalità e gratuità delle cure. Abbiamo preparato due collegati alla finanziaria, uno che presenteremo a breve e riguarda il riordino delle professioni sanitarie e l’altro sul rafforzamento della rete ospedaliera e della rete territoriale, questo serve per rendere più efficiente il sistema”, ha commentato il ministro Schillaci a Radio24.