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La presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha sollevato un polverone in occasione del 33esimo anniversario della strage di via D’Amelio. Le sue dichiarazioni, in cui afferma di essere «pilotata» da chi non ha interessi personali, mettono in evidenza le tensioni all’interno della commissione e le controversie legate all’interpretazione degli eventi che hanno portato all’omicidio di Paolo Borsellino.
Le dichiarazioni di Chiara Colosimo
In una dichiarazione rilasciata durante una commemorazione, Colosimo ha affermato: «Dico la verità: sono pilotata da quelli che non hanno alcun interesse personale sulle stragi; da quelli che non difendono il loro status quo e la loro carriera». Questo commento è stato una risposta diretta a un’inchiesta della trasmissione RAI Report, che ha rivelato presunti tentativi di manipolazione da parte dell’ex ufficiale del ROS, Mario Mori, legato a controversie sulla mafia.
Colosimo ha quindi messo in discussione il ruolo di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato assassinato. Le sue affermazioni sono state interpretate come un attacco indiretto alle posizioni della famiglia Borsellino, in particolare nei confronti del legale Fabio Repici, che sostiene tesi opposte rispetto a quelle dei figli di Paolo Borsellino.
Questa situazione ha riacceso il dibattito su un tema caldo: i legami tra mafia e politica, e il modo in cui le indagini sul caso Borsellino sono state gestite nel corso degli anni. Colosimo, che è stata nominata alla guida della Commissione Antimafia nel maggio 2023, ha già sollevato preoccupazioni tra i familiari delle vittime di mafia, specialmente per il suo passato legame con Luigi Ciavardini, ex terrorista.
Il conflitto di interessi e le audizioni in Commissione
Le audizioni in Commissione Antimafia si sono rivelate un terreno di scontro tra le diverse posizioni legali. Fabio Trizzino, avvocato dei figli di Borsellino, ha contestato le affermazioni di Colosimo, sostenendo che il presunto interesse del magistrato per il rapporto mafia-appalti fosse una distrazione dalla verità. Trizzino ha portato alla luce le sue convinzioni sulla connessione tra mafia e stragi, mentre Repici ha sottolineato la necessità di esaminare le origini del progetto politico mafioso.
Il dibattito si è intensificato, con Trizzino che ha escluso qualsiasi legame tra mafia e istituzioni, mentre Repici ha contraddetto questa posizione, parlando di una «pista palestinese» sul caso Borsellino. La Commissione ha visto la presenza di Roberto Scarpinato, ex magistrato della Procura di Palermo, il quale ha presentato una memoria che esaminava le ombre legate alle stragi, collegando il tutto a entità istituzionali deviate.
Scarpinato ha messo in evidenza come la morte di Borsellino sia avvenuta in un momento cruciale per il decreto Martelli-Scotti sul 41-bis, suggerendo che senza il suo assassinio, la mafia avrebbe potuto ottenere importanti vantaggi giuridici.
Rivelazioni e conseguenze sul caso Borsellino
Il 22 giugno 2025, un’inchiesta di Report ha rivelato intercettazioni che coinvolgevano Mario Mori, descrivendo i suoi tentativi di influenzare le decisioni della Commissione Antimafia. Mori, che aveva un ruolo controverso nel passato, avrebbe cercato di inserire consulenti a lui vicini nella Commissione, mentre cercava di delegittimare la Procura di Palermo.
Le tensioni sono aumentate ulteriormente con le audizioni di Mori e De Donno, che hanno attaccato la Procura di Palermo durante le loro dichiarazioni. Mori ha confermato il suo legame con ex politici condannati, sollevando interrogativi sull’integrità delle indagini sulle stragi.
La situazione è ulteriormente complicata dalla proposta della maggioranza di escludere Scarpinato dalla Commissione, un tentativo di limitare l’analisi critica delle stragi e delle connessioni politiche. Le audizioni di Gian Carlo Caselli, ex procuratore di Palermo, hanno infine rappresentato un colpo duro per le tesi sostenute da Mori e Colosimo, evidenziando le contraddizioni nelle loro affermazioni e il bisogno di un’analisi più profonda delle dinamiche tra mafia, politica e servizi deviati.
In una dichiarazione rilasciata durante una commemorazione, Colosimo ha affermato: «Dico la verità: sono pilotata da quelli che non hanno alcun interesse personale sulle stragi; da quelli che non difendono il loro status quo e la loro carriera». Questo commento è stato una risposta diretta a un’inchiesta della trasmissione RAI Report, che ha rivelato presunti tentativi di manipolazione da parte dell’ex ufficiale del ROS, Mario Mori, legato a controversie sulla mafia.0