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Il mistero della traccia 10 nella villetta di Garlasco: cosa emerge dalle indagini

garlasco traccia 10

Delitto di Chiara Poggi a Garlasco, nuovo stop: le analisi sulla ‘traccia 10’ non sciolgono il mistero.

Le indagini sul delitto di Chiara Poggi a Garlasco tornano a registrare una battuta d’arresto. Al centro dell’attenzione c’è la cosiddetta “traccia 10”, una prova ritenuta potenzialmente decisiva per fare luce su quanto avvenuto nella villetta.

Delitto di Garlasco: la decisione della Cassazione sulla semilibertà di Stasi

La Cassazione ha confermato la semilibertà di Alberto Stasi, rigettando il ricorso della Procura generale che contestava la decisione del tribunale di sorveglianza di Milano.

La Procura aveva sollevato “vizi di legittimità” legati soprattutto a un’intervista rilasciata da Stasi a “Le Iene” durante un permesso premio, sostenendo che fosse necessaria un’autorizzazione specifica. Tuttavia, il carcere di Bollate non ha rilevato violazioni, e Stasi ha spiegato che l’intervista è stata registrata nel rispetto delle regole.

Condannato a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, Stasi aveva già la possibilità di uscire per motivi di lavoro come contabile. Ora, con la semilibertà, potrà trascorrere più tempo fuori dal carcere, tornando solo la sera a Bollate. La Procura generale aveva sostenuto che l’intervista non rientrasse nei motivi previsti per i permessi premio, ma la Cassazione ha confermato la legittimità della misura.

Traccia 10 nella villetta di Garlasco resta un mistero: cosa rivelano le analisi

Le indagini sul delitto di Garlasco subiscono un nuovo rallentamento, a diciotto anni dall’omicidio della ventiseienne Chiara Poggi. Al centro dell’attenzione c’è la cosiddetta “traccia 10”, un’impronta ritenuta potenzialmente significativa per confermare la presenza di più persone sulla scena del crimine, ipotesi sostenuta dalla difesa di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio.

Tuttavia, dalle analisi effettuate su questa e sulle circa sessanta altre impronte repertate nella villetta di Garlasco, non sarebbe emerso alcun profilo genetico utile: il Dna rilevato è assente o presente in quantità talmente ridotta da rendere praticamente impossibile l’estrazione di un’identificazione certa.

La “traccia 10” era stata individuata già nel 2007 dai carabinieri del Ris di Parma sulla parte interna della porta d’ingresso; secondo l’attuale procura, però, non appartiene né a Sempio né a Stasi. Secondo la ricostruzione formulata dai pubblici ministeri e dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, l’impronta sarebbe stata lasciata dall’assassino mentre usciva dall’abitazione con le mani insanguinate. Un’ipotesi che però trova difficoltà, considerata l’assenza di sangue sull’impronta stessa.

I risultati, insieme ai dati genetici raccolti dalla spazzatura di via Pascoli, saranno al centro dell’incidente probatorio del 4 luglio, dove periti nominati dal giudice Garlaschelli si confronteranno con i consulenti della famiglia Poggi, di Sempio e di Stasi.