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C’è un’Italia che muove le merci. Silenziosa, strategica, testarda. Corre sulle autostrade, affolla i porti, vola nei cieli, cerca spazio tra i binari. È quella raccontata dal primo bollettino dell’Osservatorio Freight Insights, promosso da MOST e dalla Fondazione Centro Studi Economia della Logistica e delle Infrastrutture.
Una fotografia nitida, finalmente fondata su dati reali: oltre 37 miliardi di veicoli/km l’anno, quasi il doppio delle stime ufficiali europee.
Autostrade, l’asse portante (nonostante tutto)
Le autostrade sono la vera infrastruttura logistica nazionale. È lì che passano gli scambi, è lì che le imprese trovano connessioni. Ma basta scendere da Milano verso Sud e tutto rallenta.
In Calabria e Sicilia, per raggiungere un terminal ferroviario servono oltre 2 ore. L’Italia resta un Paese sbilanciato, veloce da una parte, isolato dall’altra. E’ la solita, eterna storia del Paese a due velocità.
Il traffico marittimo tiene: l’Italia è terza in Europa per volumi, con una crescita di +9,7% nei container e +7,8% nei Ro-Ro rispetto al 2019.
Le rinfuse solide, invece, crollano del -25,2%. Si trasportano meno materie prime, più prodotti finiti: la logistica cambia pelle.
Ma senza una strategia portuale nazionale, ogni porto rischia di andare per conto proprio. Gioia Tauro, Napoli, Genova sono vicini alla saturazione. Altri porti, come Taranto, rischiano l’overcapacity senza domanda.
Il traffico aereo cresce ma vola altrove, per le ferrovie metriche ingannevoli
Nel 2024 il traffico aereo merci ha raggiunto 1.250.000 tonnellate, con un balzo del +14,9% rispetto all’anno precedente.
Eppure, fino a 1 milione di tonnellate l’anno parte su gomma verso aeroporti stranieri.
È il paradosso dell’“aviocamionato”: portare la merce a volare altrove.
Un sintomo evidente della mancanza di una cabina di regia logistica.
Il trasporto ferroviario cresce. Ma non per volumi, bensì per percorrenze più lunghe. I treni viaggiano di più, ma non trasportano di più.
Serve una nuova metrica per leggere la realtà. O continueremo a raccontarci numeri che non spiegano cosa succede davvero.
Sostenibilità e logistica, binomio difficile, IA: vantaggi o caos?
I camion italiani viaggiano pieni all’80% all’andata, ma solo al 60% al ritorno. Un vuoto strutturale che va riempito.
Prima ancora dell’elettrico, serve ottimizzare. La sostenibilità parte da qui.
La logistica italiana ha numeri da protagonista. Ma resta un sistema frammentato, senza regia, senza interoperabilità, senza visione. Serve una politica industriale per la logistica, che tenga insieme infrastrutture, innovazione, capitale umano.
Il rischio è restare una potenza inconsapevole, che ha i numeri per incidere ma non li governa.
In un mondo dove tutto arriva a casa con un clic, la logistica è il cuore silenzioso dell’economia. Invisibile, finché non si inceppa. Ora abbiamo i dati. Serve una politica che sappia leggerli. E il coraggio di decidere.