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Triplice femminicidio a Roma: la Corte emette la sentenza e arriva la condanna per De Pau

triplice femminicidio De Pau

Triplice femminicidio di Giandavide De Pau: con la sentenza odierna si chiude il caso che sconvolse il quartiere Prati a Roma.

Il 17 novembre 2022, il quartiere Prati a Roma fu teatro di un triplice femminicidio che scosse profondamente la città. Tre donne, due di origine cinese e una colombiana, persero la vita in circostanze particolarmente cruente, vittime della violenza di Giandavide De Pau.

Triplice femminicidio a Roma: dinamica dei fatti e indagini

Secondo la ricostruzione degli investigatori, De Pau avrebbe agito con una sequenza pianificata di violenze. La prima tappa fu in un appartamento in via Riboty, dove, dopo un incontro a pagamento, colpì ripetutamente le due donne cinesi. Poco dopo si spostò di pochi isolati in via Durazzo, dove incontrò una cittadina colombiana, infierendo con cinquanta coltellate.

Gli inquirenti hanno evidenziato come l’azione sia stata guidata da un impulso violento accentuato dall’uso di alcol e sostanze stupefacenti. Nonostante la difesa abbia sostenuto uno stato di alterazione psichica, la perizia della corte ha confermato la piena capacità di intendere e di volere dell’imputato, sottolineando lucidità e capacità di organizzazione nei tre omicidi.

Triplice femminicidio a Roma, è arrivata la sentenza: la condanna ufficiale per De Pau

Giandavide De Pau è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Roma per il triplice omicidio avvenuto il 17 novembre 2022 nel quartiere Prati. Le vittime furono due donne di origine cinese, Yan Rong Li e Jung Xia Yang, e Marta Castano Torres, cittadina colombiana di 65 anni.

L’uomo le uccise a coltellate, con modalità particolarmente cruente, documentate anche in video ritrovati sul suo cellulare. La corte ha riconosciuto i delitti aggravati dalla crudeltà, dalla premeditazione e dai futili motivi, respingendo la tesi della difesa sulla presunta incapacità di intendere e di volere.

La sentenza definitiva è stata accolta con sollievo dalle parti civili, in particolare dall’associazione «Per Marta e le altre», nata in memoria di Castano Torres.