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Con l’annuncio della recente intesa tra Israele e Hamas, si riaccende il dibattito sulla possibile candidatura di Donald Trump al Premio Nobel per la Pace. Sebbene il presidente degli Stati Uniti abbia sottolineato l’importanza del ruolo di Washington nei negoziati, non ha fatto riferimento esplicito a una sua candidatura. Tuttavia, fonti vicine al suo entourage e vari analisti internazionali hanno ripreso la discussione, già emersa in passato, riguardo a questa possibilità.
Nel mese di giugno, durante le intense trattative tra Israele e i paesi arabi, il nome di Trump era già circolato come potenziale candidato, grazie ai suoi sforzi diplomatici nella regione. Con un nuovo ciclo di negoziazioni in corso, l’idea di una sua candidatura torna a farsi sentire. Tuttavia, il contesto è complesso, con regole rigorose e un numero elevato di candidati competenti che potrebbe rendere difficile la sua affermazione.
Il Premio Nobel per la Pace: regole e procedure
Ogni anno, il Comitato norvegese del Nobel è responsabile dell’assegnazione del prestigioso Premio Nobel per la Pace. L’annuncio del vincitore avviene il 10 ottobre, mentre la cerimonia ufficiale si tiene il 10 dicembre a Oslo. Le candidature devono essere presentate entro il 31 gennaio dell’anno in corso; pertanto, eventuali sviluppi diplomatici successivi a questa scadenza, come l’accordo tra Israele e Hamas, potrebbero influenzare solo le candidature del futuro.
Chi può candidare?
Le persone autorizzate a proporre nomi per il Nobel includono parlamentari, ex capi di Stato, accademici in discipline specifiche, direttori di istituti di pace e membri di ONG premiate in precedenza. Tuttavia, i nomi dei candidati rimangono riservati per 50 anni, complicando la comprensione dell’effettivo panorama delle candidature. Nonostante ciò, alcune informazioni vengono spesso rivelate dai nominatori o dai media.
Le ambizioni di Trump e le sue dichiarazioni
Trump ha frequentemente menzionato il Nobel come un obiettivo non raggiunto. Durante il suo mandato, ha sottolineato vari risultati che a suo avviso giustificherebbero una candidatura, dagli Accordi di Abramo tra Israele e i paesi arabi, ai tentativi di dialogo con la Corea del Nord. Dopo l’annuncio dell’accordo con Hamas, Trump ha condiviso rapidamente la notizia sui suoi canali social, cercando di anticipare le reazioni ufficiali.
Supporto e opposizione
Tra i sostenitori della sua candidatura spicca il deputato repubblicano Darrell Issa, che ha formalmente nominato Trump per il Nobel. Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso il suo sostegno, mentre il governo pakistano ha annunciato l’intenzione di proporre il presidente statunitense, evidenziando il suo impegno in Medio Oriente e nei Balcani. Figure vicine a Trump, come l’inviato speciale Steve Witkoff, hanno descritto l’accordo come un risultato rivoluzionario, attribuendo a Trump il merito principale per la diminuzione delle tensioni nella regione.
Le sfide per la candidatura di Trump
Se da un lato i sostenitori di Trump lo considerano un candidato forte, dall’altro i critici evidenziano diverse difficoltà. Il primo ostacolo è di natura tecnica: molte delle sue azioni diplomatiche più significative si sono svolte dopo la scadenza per le candidature, rendendo difficile la sua eleggibilità per quest’anno. In secondo luogo, c’è una questione di reputazione: il comitato norvegese tende a favorire figure meno politicizzate, come attivisti e operatori umanitari, mentre Trump è visto come una figura divisiva.
Inoltre, alcuni osservatori hanno sollevato preoccupazioni riguardo a una possibile campagna di lobbying e comunicazione troppo evidente, che potrebbe compromettere la credibilità della sua candidatura. Infine, le decisioni controverse prese durante la sua presidenza, come il ritiro dall’accordo di Parigi e la costruzione del muro al confine con il Messico, potrebbero apparire in contrasto con i valori promossi dal Nobel.
Le statistiche delle candidature
Secondo il Norwegian Nobel Committee, per quest’anno sono state presentate 338 candidature, suddivise in 244 persone e 94 organizzazioni. Sebbene i nomi rimangano segreti, ci sono speculazioni su possibili candidati favoriti. In passato, Trump ha paragonato la sua situazione a quella di Barack Obama, che ha ricevuto il Nobel nel 2009 per i suoi sforzi nella diplomazia internazionale. Per Trump, ricevere un premio simile sarebbe un modo per bilanciare l’assegnazione del premio a Obama e consolidare il suo status nel panorama politico globale.
Man mano che Trump si prepara per un viaggio in Medio Oriente per celebrare l’accordo, l’attenzione si concentra su Oslo. Tuttavia, se il comitato decidesse di premiare un attore chiave dell’accordo Israele-Hamas, non è garantito che il nome scelto sia quello di Trump. Le prossime settimane saranno cruciali, ma attualmente, la sua aspirazione al Nobel sembra più una strategia narrativa che una possibilità concreta.