Usa, lo Ius Soli torna al centro del dibattito: giudice cancella il blocco voluto da Trump. La cittadinanza per nascita torna ad essere un diritto garantito negli Stati Uniti, dopo che un tribunale ha dichiarato illegittimo lo stop imposto dal presidente. Le implicazioni sono profonde, sia sul piano legale che politico.
Trump ordina la fine dello Ius Soli negli Stati Uniti
Il 20 gennaio 2025, il presidente Donald Trump ha firmato l’Executive Order 14160, intitolato “Protecting the Meaning and Value of American Citizenship”, con l’obiettivo esplicito di porre fine allo ius soli negli Stati Uniti.
Il provvedimento ridefinisce il concetto di “soggetto alla giurisdizione” nel quattordicesimo emendamento: secondo l’ordine, la cittadinanza alla nascita verrebbe negata ai bambini nati da genitori in soggiorno senza documenti o con visti temporanei, a meno che il padre o la madre non sia cittadino USA o residente permanente.
Questo implicherebbe che, a partire da circa 30 giorni dopo la firma – vale a dire dal 19 febbraio 2025 – il diritto automatico alla cittadinanza non si applicherebbe più ai figli di immigrati non regolari o con permessi temporanei . Tali modifiche avrebbero potuto influenzare ogni anno oltre 150.000 neonati negli Stati Uniti
Usa, smacco per Trump: stop al blocco dello Ius Soli. Cosa cambia dopo la decisione del giudice
Il giudice federale Joseph Laplante ha emesso un provvedimento che sospende su scala nazionale l’ordine esecutivo con cui il presidente Donald Trump intendeva abolire lo ius soli, ovvero il principio che garantisce la cittadinanza statunitense a chi nasce sul territorio americano.
Accogliendo le istanze presentate da gruppi legali impegnati nella tutela dei diritti dei migranti, Laplante ha disposto un’ingiunzione preliminare a tempo indeterminato, impedendo così l’entrata in vigore del provvedimento annunciato da Trump fin dal primo giorno del suo mandato e destinato a colpire neonati e bambini non ancora venuti al mondo.
Durante l’udienza, il giudice ha riconosciuto la delicatezza della decisione, sottolineando che un cambiamento radicale rispetto a una politica di lunga data e la possibile revoca della cittadinanza rappresenterebbero danni gravi e irreversibili. Ha inoltre definito la cittadinanza statunitense come “uno dei privilegi più significativi esistenti a livello globale”.
Nominato a suo tempo da George W. Bush, Laplante ha infine disposto che la sua decisione resti sospesa per alcuni giorni, così da consentire all’amministrazione Trump di ricorrere in appello.