A Strasburgo, nella grande aula del Parlamento europeo, è andata in scena l’ennesima battaglia politica. Silenziosa, quasi sottotono. Ma non per questo irrilevante.
Von der Leyen sfida il voto politico: resta in carica
Ursula von der Leyen ha retto l’urto. Ancora una volta. La mozione di sfiducia che puntava a rovesciare la sua Commissione è naufragata tra numeri troppo deboli e un’aula che, alla fine, ha scelto la continuità.
I voti contrari sono stati 360. Favorevoli 175. E 18 si sono astenuti. Totale: 553 eurodeputati presenti. Per farla passare, servivano almeno due terzi dei voti. Non ci sono nemmeno andati vicini.
Dietro la mozione, il nome del romeno Gheorghe Piperea, dei Conservatori e Riformisti europei. Primo firmatario, ma non il più ascoltato. A sorprendere però è stata l’assenza silenziosa di Fratelli d’Italia e di buona parte dello stesso gruppo Ecr. Una scelta politica, chiara ma non urlata. “Questa non è la nostra battaglia” – hanno detto i capi delegazione, compreso Carlo Fidanza. Hanno preferito restare fuori. Letteralmente.
La sfiducia a Ursula von der Leyen spacca la destra europea
Nella stessa mattinata in cui si votava la mozione di censura, ovvero la richiesta di sfiducia nei confronti della Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen, la presidente si trovava a Roma insieme a Zelensky. Per parlare di Ucraina. Un segnale? Forse. Intanto a Strasburgo, la destra si divideva. Se FdI si è sfilata, la Lega ha invece scelto la linea dura. E l’ha pure rivendicata: “Votare contro Ursula, disastroso Frankenstein della politica, è un atto d’amore per l’Italia”. Parole forti, scomposte. Ma coerenti con una linea che la Lega porta avanti da mesi.
È lo specchio di un’Europa in cui le alleanze non sono mai davvero chiare. Von der Leyen, che guida un patto fragile tra popolari e socialisti, ha superato il momento. Ma i segnali restano. Sottotraccia. A destra il fronte non è compatto. E mentre si avvicinano le nuove nomine Ue, il dubbio resta: chi davvero vuole che lei resti? E chi si prepara, in silenzio, a toglierle la sedia?