Milano, 16 lug. (Adnkronos) – La serie dei messaggi estratti dal cellulare dell'ex presidente della Commissione per il paesaggio Giuseppe Marinoni e da quello dell'architetto Stefano Boeri, in relazione al filone sull'urbanistica che riguarda il progetto Pirellino, e con l'assessore milanese all'Urbanistica Giancarlo Tancredi rendono con "precisione" – a dire della procura di Milano – "l'assoluta mancanza di indipendenza e dell'asservimento dell'esercizio dei ruoli istituzionali e professionali da parte di costoro, ed inoltre dell'atteggiamento particolarmente impositivo e minaccioso di Catella (fondatore di Coima, ndr) e di Boeri, nonché delle continue interferenze poste in essere dall'assessore Tancredi, fuori dalle regole e sempre d'intesa con Marinoni, tutte esclusivamente sbilanciate a favore degli interessi del privato".
Tancredi "è il primo a porsi in una posizione di radicale conflitto di interessi, rispetto alla neutralità che dalla sua posizione politica dovrebbe mantenere nei confronti dell'amministrazione. Emerge con assoluta chiarezza che egli opera attivamente con l'unico intento e preoccupazione di soddisfare i piani dei privati, camuffandoli, ove occorra attraverso atti formali che conferiscono l'apparenza di interventi istituzionali" scrivono i magistrati nella richiesta di arresto. La riqualificazione del progetto in via Melchiorre Gioia "dimostra proprio l'aspetto della mancanza di indipendenza e della ricattabilità sia di Marinoni, nell'esercizio della sua funzione tecnica in seno alla Commissione per il paesaggio, sia di Tancredi nell'esercizio del suo ruolo politico. Emerge la sua inevitabile cedevolezza alle pressioni dell'assessore Tancredi, del direttore generale Malangone, di Manfredi Catella e di Stefano Boeri" si sottolinea.
"Resta confermato, da questo e da tanti altre situazioni che il sindaco sia stato indotto dall'assessore Tancredi a scegliere Marinoni come presidente della Commissione per il paesaggio, conferendogli un potere da cui è pacifico che sia Tancredi per primo a trarre illeciti benefici, e nella consapevolezza che da Coima, così come da altri imprenditori, Marinoni riceva incarichi privati, che lo condizionano nelle decisioni sugli interventi di loro interesse" ritengono i pm. "Negli intrecci di conflitti di interessi e corruzione che ne emergono vi è pure Alessandro Scandurra, "altra figura inquietante di professionista che ha totalmente utilizzato la funzione di membro della Commissione per il paesaggio per coltivare agli interessi privati proprie e dei suoi clienti imprenditori, tra cui, appunto, la Coima di Catella".