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Violenza ADF in Congo: un mese di terrore e vittime

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Le forze armate ADF hanno colpito duramente i civili in Congo, con un bilancio che continua a salire.

La situazione nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) è diventata davvero drammatica. Nelle ultime settimane, la missione ONU MONUSCO ha lanciato un allarme forte e chiaro: gli attacchi delle Forze Democratiche Alleate (ADF) hanno causato la morte di almeno 52 civili solo questo mese. Tra il 9 e il 16 agosto, le province di Beni e Lubero, in Nord Kivu, sono state teatro di queste violenze, e MONUSCO avverte che il bilancio delle vittime potrebbe continuare a salire.

Ma cosa sta succedendo esattamente in quella regione?

La condanna di MONUSCO e le conseguenze degli attacchi

Il portavoce della missione MONUSCO ha affermato: “Condanniamo gli attacchi nei termini più forti possibile”. Non si tratta solo di un alto numero di vittime; gli attacchi ADF hanno portato con sé anche episodi inquietanti di rapimento, saccheggio e distruzione di beni, aggravando un già critico scenario umanitario. Le popolazioni locali, già provate da conflitti e instabilità, ora devono affrontare nuove minacce e atrocità. Ti sei mai chiesto come facciano a sopportare tutto questo?

A complicare ulteriormente la situazione, il conflitto tra le forze armate della RDC e il gruppo ribelle M23 ha riacceso tensioni nell’area, nonostante recenti tentativi di pace mediati dagli Stati Uniti. L’accordo di cessate il fuoco firmato tra il governo congolese e l’M23 è stato violato più volte, con entrambi gli schieramenti che si accusano reciprocamente di aggressioni. Insomma, la situazione rimane instabile e il ritorno alla normalità per le comunità locali sembra un miraggio sempre più lontano. Come si può pensare al futuro in un contesto così difficile?

Il profilo e le azioni dell’ADF

Le ADF, un gruppo armato nato negli anni ’90 da ribelli ugandesi, sono tristemente noti per la loro brutalità. Dopo aver giurato fedeltà all’ISIS nel 2019, hanno intensificato le loro operazioni, causando migliaia di vittime tra i civili. Il tenente Elongo Kyondwa Marc, portavoce dell’esercito congolese, ha dichiarato che le ADF si stanno vendicando contro i civili per le sconfitte subite dalle forze congolese. Ma cosa spinge un gruppo a colpire indiscriminatamente persone innocenti?

Testimoni oculari hanno descritto scene agghiaccianti. Macaire Sivikunula, capo del settore Bapere a Lubero, ha raccontato: “Quando sono arrivati, hanno prima radunato gli abitanti, li hanno legati e poi hanno iniziato a massacrarli con machete e zappe”. Questo tipo di violenza ha spaventato le comunità locali, costringendo molti a cercare rifugio presso le basi delle forze ONU. Com’è possibile che eventi così terribili accadano nel 21° secolo?

Risposta della comunità internazionale e della RDC

In risposta agli attacchi, MONUSCO ha rafforzato la sua presenza militare nelle aree colpite e ha accolto centinaia di rifugiati nelle sue strutture. Le autorità congolese, insieme a quelle ugandesi, hanno avviato operazioni militari congiunte per combattere le ADF, ma finora senza risultati significativi nel fermare le violenze. Gli attacchi recenti, inclusi quelli avvenuti in una chiesa a Komanda, dove sono stati uccisi quasi 40 fedeli, pongono interrogativi sulla sicurezza e sull’efficacia delle misure intraprese. Qual è il futuro di chi vive in queste zone di guerra?

La comunità internazionale sta seguendo con attenzione la situazione, preoccupata per l’escalation della violenza e le sue ripercussioni umanitarie. Con il bilancio delle vittime che continua a crescere, la speranza per un futuro pacifico per la RDC sembra sempre più distante. E noi, che possiamo fare per aiutare queste persone in difficoltà?