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Oggi, mercoledì 3 settembre, la Commissione Giustizia della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha annunciato un’audizione dal titolo provocatorio:“La minaccia dell’Europa alla libertà di parola e all’innovazione americana”. Questo incontro segna un nuovo capitolo in un conflitto che vede l’amministrazione Trump attaccare frontalmente le normative europee che cercano di regolare il settore tecnologico, in particolare ilDigital Services Act(DSA) e ilDigital Markets Act(DMA).
La reazione di Washington alle normative europee
Le autorità americane percepiscono ilDSAe ilDMAcome misure che mettono in difficoltà le aziende statunitensi, danneggiando così l’innovazione. Questa posizione è riflessa nel linguaggio utilizzato dalla Casa Bianca, che ha messo in evidenza come tali normative potrebbero minacciare il primato delleBig Techamericane. Inoltre, la Commissione ha invitato osservatori controversi comeNigel FarageeThierry Breton, sottolineando l’intento di ottenere supporto per la causa americana.
Il presidente della Commissione Federale per il Commercio,Andrew Ferguson, ha recentemente esortato le aziende tecnologiche a ignorare tali leggi europee, affermando che potrebbero compromettere la libertà di espressione negli Stati Uniti. Questo approccio, caratterizzato da un linguaggio forte e diretto, mira a mettere pressione sulle imprese affinché non rispettino le normative europee.
Le minacce di dazi e le ripercussioni economiche
Il 26 agosto, Donald Trump ha ulteriormente intensificato il tono delle sue dichiarazioni suTruth Social, minacciando l’imposizione di dazi significativi sulle esportazioni dei paesi che adottano misure che considera discriminatorie.“Terrò testa alle nazioni che attaccano le nostre strepitose aziende tech americane”, ha dichiarato, evidenziando la determinazione dell’amministrazione a difendere gli interessi economici statunitensi.
Le tensioni non si limitano solo a dichiarazioni pubbliche: l’amministrazione Trump sta utilizzando la leva economica per costringere le istituzioni europee a rivedere le proprie normative. Nonostante i tentativi europei di risolvere la questione della“web tax”, le richieste di Washington continuano a crescere, sostenute da un potente gruppo di aziende tecnologiche che dominano l’economia americana.
Le reazioni europee e il futuro delle relazioni transatlantiche
Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva della Commissione Europea, ha difeso ilDSAe ilDMA, affermando che queste leggi sono applicabili a tutte le piattaforme online e garantiscono i diritti fondamentali, inclusa la libertà di espressione. La sua posizione chiara e decisa evidenzia la volontà dell’Europa di resistere alle pressioni americane e di mantenere il controllo sulle proprie normative.
Nonostante le tensioni, è evidente che Washington non intende allentare la pressione. Con le elezioni di metà mandato in vista, le aziende americane stanno preparando nuove strategie per influenzare il panorama politico, suggerendo che il conflitto tra Stati Uniti ed Europa potrebbe intensificarsi ulteriormente nei prossimi mesi.