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Torino, 26 maggio 2025 – La Corte d’Appello di Torino ha respinto il ricorso presentato da PSA Italia in merito alla campagna di richiamo degli airbag difettosi montati su veicoli Citroen C3 e DS3 prodotti tra il 2009 e il 2019. Si tratta di una decisione importante per oltre 190.000 proprietari italiani coinvolti nella vicenda, che ora vedono confermate le tutele già disposte dal Tribunale civile di Torino.
Airbag Citroen: cosa ha stabilito la Corte
La sentenza della sezione specializzata in materia d’impresa – presieduta dalla Dott.ssa Gabriella Ratti – conferma integralmente la decisione dell’11 ottobre 2024, con cui il Tribunale aveva ordinato a PSA Italia:
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Di cessare le condotte omissive che hanno arrecato danno ai consumatori;
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Di avviare una comunicazione chiara e tempestiva a tutti i clienti interessati, anche tramite quotidiani, sull’urgenza di fermare il veicolo e prenotare il check-in per la sostituzione dell’airbag;
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Di completare entro il 31 gennaio 2025 le operazioni di sostituzione degli airbag su almeno 127.036 veicoli già registrati;
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Di garantire un’auto sostitutiva o un voucher di car-sharing ai clienti coinvolti, nei territori dove il servizio è disponibile.
Le motivazioni della Corte: PSA Italia è responsabile
Nella motivazione, i giudici chiariscono che PSA Italia è responsabile anche se non è il produttore diretto degli airbag: “La normativa del Codice Civile si applica pienamente, anche in relazione al contratto di mandato con Citroen SA, parte della stessa holding Stellantis”, scrive la Corte.
Inoltre, viene sottolineato che la difettosità degli airbag era nota almeno dal 2020 e che, dopo oltre cinque anni, le operazioni non sono ancora concluse. Il ritardo nella gestione del richiamo viene considerato grave e imputabile a PSA anche ai sensi dell’articolo 104 del Codice del Consumo.
Auto sostitutive: servizio insufficiente
Particolare rilievo viene dato al deficit informativo e organizzativo sul servizio di auto sostitutiva. Su oltre 15.800 richieste, ben 1.700 utenti non hanno ricevuto alcun veicolo di cortesia, nonostante si trattasse di una situazione “delicata e pericolosa”. Una percentuale irrisoria (12,5%) di richieste rispetto agli aventi diritto indica secondo i giudici gravi carenze di comunicazione e accessibilità.
I commenti delle associazioni dei consumatori
Codacons, Adusbef e l’Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi, promotori dell’azione inibitoria, esprimono soddisfazione:
“La Corte ha confermato su tutta la linea le ragioni dei consumatori. PSA dovrà ora rispettare ogni misura disposta per tutelare i proprietari coinvolti nel richiamo”.