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Alberobello, 16enne lancia e uccide un gatto nella fontana gelata: il tribunale si pronuncia

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A gennaio 2024, ad Alberobello, una 16enne ha ucciso un gatto lanciandolo in una fontana gelata. È arrivata la condanna.

Un atto di crudeltà che ha scosso la comunità di Alberobello: nel gennaio 2024, una 16enne ha lanciato un gatto in una fontana gelata, filmando il gesto in un video che ha fatto il giro del web. L’aggressione, che ha suscitato indignazione e sdegno, ha portato alla condanna della giovane, chiamata ora a scontare una pena per il suo gesto inaccettabile.

Alberobello, 16enne lancia e uccide un gatto nella fontana gelata

Grey, un gatto randagio che viveva nel centro di Alberobello, è diventato vittima di un atto di crudeltà per la ricerca di un semplice like sui social. Nel gennaio 2024, una ragazza ha deciso di ucciderlo, lanciandolo in una fontana gelata, mentre un video dell’orribile gesto veniva filmato e rapidamente diffuso sui social. La dinamica dell’aggressione è stata ricostruita e, grazie alle indagini, la responsabile è stata identificata.

La Sede LAV di Bari, che gestisce uno sportello contro i maltrattamenti animali, ha sporto denuncia non solo contro la giovane che ha lanciato il gatto nella fontana, ma anche contro chi ha ripreso il video, incitando l’azione con frasi che alimentavano la violenza.

Si è svolta a Bari l’udienza per definire il programma di messa alla prova della ragazza, con il Pubblico Ministero che ha proposto un percorso riabilitativo. L’udienza ha anche preso in considerazione la durata di tale programma, che include attività educative e di recupero.

Alberobello, 16enne lancia e uccide un gatto nella fontana gelata: la sentenza

La 16enne che, nel gennaio 2024, ha ucciso un gattino lanciandolo in una fontana gelata ad Alberobello, dovrà svolgere sette mesi di lavori socialmente utili in un canile. Il gesto, filmato e diffuso sui social, ha portato alla sua denuncia.

Il 6 maggio 2025, il Tribunale di Bari ha disposto per lei un programma di messa alla prova, che include colloqui psicologici con i genitori, attività riparatorie al Canile di Modugno, interventi socioeducativi presso il Centro “Sant’Antonio – Opera don Guanella” e un corso di educazione alla legalità. Al termine, verrà redatta una relazione per valutare se la giovane ha compreso la gravità del suo gesto.