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Un’area verde minacciata
Bitonto, conosciuta per la sua produzione di olio di oliva di alta qualità, si trova al centro di una controversia che ha sollevato l’indignazione di agricoltori e ambientalisti. La Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) ha lanciato un allarme riguardo all’espianto di ben 1.950 ulivi per far spazio a un mega impianto fotovoltaico che si estende su oltre 14 ettari.
Questo intervento non solo minaccia il paesaggio, ma mette a rischio anche la tradizione agricola di una regione che ha fatto dell’olio il suo vanto.
Le conseguenze per l’ambiente e l’economia locale
La decisione di espiantare gli ulivi ha suscitato preoccupazioni non solo per l’impatto ambientale, ma anche per le ripercussioni economiche che questa scelta comporta. Gli ulivi, simbolo della cultura pugliese, rappresentano un patrimonio inestimabile. La loro scomparsa non significa solo la perdita di un elemento paesaggistico, ma anche l’azzeramento di una fonte di reddito per molti agricoltori locali. La Cia ha descritto questa situazione come uno scempio, evidenziando come l’energia rinnovabile non debba necessariamente sacrificare l’agricoltura e la biodiversità.
La reazione della comunità
La comunità di Bitonto ha reagito con fermezza a questa notizia. Gruppi di cittadini, attivisti e agricoltori si sono uniti per protestare contro il progetto, chiedendo un ripensamento delle scelte fatte. Le manifestazioni hanno messo in luce l’importanza di trovare un equilibrio tra sviluppo sostenibile e tutela del patrimonio agricolo. Molti sostengono che esistano alternative valide per la produzione di energia rinnovabile che non richiedono l’espianto di ulivi secolari. La questione ha sollevato un dibattito più ampio sulla necessità di proteggere il nostro ambiente e le tradizioni locali in un’epoca di crescente industrializzazione.