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Diciamoci la verità: la proposta di bilancio della Commissione Europea per il periodo 2028-2035 è un colpo al cuore per le comunità locali. I leader regionali e locali alzano la voce, avvertendo che ciò che sta per accadere potrebbe spezzare un legame cruciale tra Bruxelles e le realtà quotidiane dei cittadini. La questione è semplice, ma spaventosa: come si può garantire il benessere delle città se i fondi necessari per infrastrutture e sviluppo vengono messi in discussione?
I fondi regionali: un lifeline vitale
La verità è che per molti cittadini europei, il loro unico contatto diretto con l’Unione Europea si concretizza attraverso infrastrutture finanziate da fondi per lo sviluppo regionale. Strade, stazioni della metropolitana, campi da calcio comunali: tutto questo è il risultato di investimenti che, ora più che mai, potrebbero non arrivare. La proposta di bilancio della Commissione, che prevede una riduzione dei fondi per lo sviluppo regionale e una centralizzazione dei poteri nelle mani dei governi nazionali, fa tremare i sindaci e i leader regionali. Non solo si riduce l’accesso ai fondi, ma si mina anche la possibilità per le città di avere un ruolo attivo nella loro allocazione.
Il sindaco di Gdańsk, Aleksandra Dulkiewicz, ha messo in evidenza un punto cruciale: questa proposta rischia di allargare le disuguaglianze e di compromettere obiettivi fondamentali per il clima e la digitalizzazione. Come si può costruire un futuro sostenibile quando il legame diretto tra gli investimenti e le vite quotidiane dei cittadini viene spezzato? Questo è il vero dramma: l’Europa sta perdendo il suo contatto con le persone.
Centralizzazione o decentralizzazione?
Il budget proposto, da 1.816 trilioni di euro, sembra promettere una razionalizzazione dei fondi dell’UE, ma è davvero così? I leader locali avvertono che la ristrutturazione proposta non è altro che una facciata per una maggiore centralizzazione. Il denaro per lo sviluppo regionale, storicamente utilizzato per finanziare progetti vitali in tutta Europa, sarà ora mescolato con fondi per altri programmi, come la Politica Agricola Comune, e distribuito tramite i Piani di Partenariato Nazionali e Regionali. Questo significa che le città, che già lottano per ottenere finanziamenti, potrebbero trovarsi in una posizione ancora più vulnerabile.
Con la proposta che non garantisce alcun fondo per le città che ospitano quasi tre quarti della popolazione europea, è chiaro che ci troviamo davanti a un cambiamento radicale. I leader locali, come il sindaco di Tallinn, Jevgeni Ossinovski, avvertono che questa mancanza di garanzie potrebbe compromettere il supporto necessario per un futuro giusto, sostenibile e prospero. E non manca chi accusa la Commissione di voler escludere le città dalla progettazione e implementazione di piani vitali per le loro comunità.
Le conseguenze di un bilancio caotico
La realtà è meno politically correct: la proposta di bilancio, invece di semplificare, porta a una maggiore confusione e incertezza. Le città sono le principali attuatori delle politiche dell’UE, e privarle della possibilità di accedere a fondi vitali potrebbe significare un fallimento nell’attuazione degli obiettivi europei. E mentre i leader locali si oppongono a questa mossa, la Commissione sembra sorda alle loro preoccupazioni. La proposta di collegare l’accesso ai fondi dell’UE ai risultati delle riforme nazionali o al rispetto dello stato di diritto potrebbe risultare in un’ulteriore penalizzazione delle città, che si trovano a dover affrontare le conseguenze delle politiche dei governi centrali.
In Polonia, per esempio, l’accesso ai fondi è stato bloccato a causa di controversie sulla giustizia. Come può una città pianificare il proprio sviluppo se è ostaggio delle decisioni politiche di un governo centrale? Non è solo una questione di fondi; è una questione di autonomia locale e di capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini. E se i governi nazionali dovessero abusare del loro potere per escludere le città avverse politicamente, il rischio di una frattura tra l’Europa centrale e le comunità locali diventa reale.