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Capannone occupato a Firenze, la Cassazione: "La presenza di un minore non impedirà lo sfratto"

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Svolta nelle occupazioni abusive, ecco cosa dice la Cassazione ricordando un caso durato cinque anni.

Per cinque anni una trentina di persona hanno occupato abusivamente un capannone a Firenze. Ecco ora cosa dice la Cassazione dopo che lo sfratto è stato rimandato per anni a causa della presenza nell’immobile di minori e disabili.

Capannone occupato a Firenze: la vicenda

Ci sono voluti cinque anni affinché una donna tornasse in possesso del proprio capannone a Firenze, immobile che, come scrive Il Messaggero, nel 2013 è stato occupato da una trentina di persone.

Nonostante i giudici stabilirono che l’immobile andava liberato, gli occupanti si opposero. La Corte d’Appello di Firenze fissò all’ora l’esecuzione dello sfratto per marzo 2015 ma, per la presenza di minori e disabili, l’esecuzione subì rinvii. Solo nel 2018 gli occupanti se ne andarono, poiché il Comune aveva trovato degli alloggi per loro. Il ritardo ha ovviamente causato danni economici per la proprietaria, tanto che il Tribunale di Firenze ha condannato i ministeri competenti al pagamento di 238mila euro, ridotto poi a 183mila.

Capannone a Firenze: la presenza di minori non impedirà lo sfratto

Svolta sulle occupazioni, dopo il caso della donna che ha dovuto aspettare cinque anni per riavere possesso del proprio capannone a Firenze, occupato da una trentina di persone, tra cui minori e disabili. Per la Cassazione, la presenza di un minore o di una persona fragile non può impedire lo sfratto, se l’immobile è stato occupato abusivamente. Come spiegano i giudici, il proprietario di un immobile: “non può farsi carico delle problematiche sociali, sicuramente gravi e delicate, connesse con l’emergenza abitativa, la cui soluzione è affidata allo Stato, a cui i cittadini contribuiscono a livello di tassazione e sistema fiscale.”