Argomenti trattati
Ti sei mai chiesto come mai le grandi aziende europee riescano a operare all’estero senza rispettare le leggi locali e le esigenze delle popolazioni? È un tema scottante che abbiamo approfondito con Luca Saltalamacchia, un avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani e ambientali, noto per aver seguito casi emblematici come quello contro Eni riguardo ai danni ambientali in Nigeria.
Saltalamacchia è anche uno dei promotori dell’iniziativa Giudizio Universale, che chiede allo Stato italiano di adottare misure concrete contro la crisi climatica.
Il contesto degli accordi internazionali e le loro conseguenze
Gli accordi internazionali di libero scambio e protezione degli investimenti, spesso stipulati tra nazioni del nord e del sud del mondo, si rivelano strumenti giuridici che rafforzano le disuguaglianze e legittimano pratiche predatorie delle multinazionali. Ti sei mai chiesto come sia possibile che norme internazionali, che dovrebbero proteggere i diritti umani, vengano spesso ignorate? In giurisprudenza, esiste una gerarchia delle fonti: le norme internazionali dovrebbero prevalere su quelle nazionali, e alcune di esse appartengono allo ius cogens, norme inderogabili di fondamentale importanza. Tuttavia, nella pratica, gli accordi commerciali tendono a prevalere sulle violazioni dei diritti fondamentali. L’Organizzazione Mondiale del Commercio è considerata di gran lunga più influente della Corte Internazionale di Giustizia, soprattutto in caso di conflitto tra diritti umani e interessi commerciali. Questo squilibrio è evidente anche nella giurisprudenza delle corti arbitrali, che raramente prendono in considerazione la protezione dei diritti umani nei loro giudizi.
Esempi pratici del meccanismo ISDS
Un caso emblematico in Italia riguarda la piattaforma Ombrina Mare, portata davanti alla Banca Mondiale per dispute tra investitori e Stati. Nonostante le difese italiane si basassero su obblighi derivanti dai trattati sul clima, il Collegio arbitrale ha condannato l’Italia a risarcire 190 milioni di euro alla Rockhopper Exploration. Fortunatamente, questa condanna è stata successivamente annullata in sede di reclamo. Ti rendi conto di come, quando gli accordi commerciali coinvolgono multinazionali del nord del mondo e Paesi del sud globale, la situazione possa diventare ancora più critica? Gli Stati del sud, con una forza contrattuale inferiore, si trovano in difficoltà se provano a modificare gli accordi per tutelare i diritti fondamentali. In questi casi, le multinazionali possono rivolgersi a organismi che applicano solo le regole commerciali, ignorando l’importanza delle norme sui diritti umani.
Accesso alla giustizia per le comunità locali
Il rispetto dei diritti delle comunità locali è spesso ostacolato da una serie di difficoltà legali. Hai mai pensato a quanto possa essere complesso per una comunità indigena avviare una causa legale? È necessario identificare un soggetto legittimato ad agire, e questo diventa complicato quando si tratta di comunità non riconosciute come tali nel nostro ordinamento. Inoltre, i problemi di digitalizzazione rendono difficile il deposito delle cause, poiché le comunità indigene non possono ottenere un codice fiscale in Italia. Queste barriere giuridiche mettono in evidenza come, nonostante ci siano normative di protezione, la loro applicazione risulti carente. Le multinazionali, come Eni, spesso contestano il potere di rappresentanza delle comunità locali, costringendo a intraprendere lunghe battaglie legali solo per dimostrare la legittimazione ad agire. Questo squilibrio strutturale rende l’accesso alla giustizia internazionale estremamente difficile per le vittime di violazioni dei diritti umani.
Resistenza e evoluzione della società civile
Nonostante le difficoltà, la società civile, sia nel nord che nel sud del mondo, sta evolvendo. Le comunità locali sono sempre più consapevoli dei loro diritti e si organizzano per farli rispettare. Ti sei accorto di come la globalizzazione abbia facilitato la creazione di reti di sostegno tra associazioni locali e internazionali? Questo ha aumentato la pressione sulle multinazionali. Le riforme giuridiche e politiche sono in atto, con l’ONU e l’OCSE che hanno introdotto principi per la protezione dei diritti umani. Anche Stati come Francia e Germania, e l’Unione Europea, stanno adottando norme per garantire la responsabilità delle multinazionali. Queste iniziative, sebbene non sempre vincolanti, rappresentano un passo importante verso un maggiore rispetto dei diritti umani e dell’ambiente.