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Un approccio rigoroso per il Ponte sullo Stretto
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) ha annunciato l’adozione di modelli antimafia rigorosi per garantire la legalità e la trasparenza nei lavori del Ponte sullo Stretto. Questa iniziativa si basa su esperienze precedenti, come quelle attuate per l’Expo di Milano e le Olimpiadi Milano-Cortina, dove controlli straordinari hanno dimostrato la loro efficacia.
L’obiettivo è quello di integrare i controlli locali con un sistema di monitoraggio altamente specializzato, in modo da potenziare l’efficienza e ridurre i tempi di attesa.
Esperienze passate come base per il futuro
Il Mit ha sottolineato che i modelli antimafia già attivi in Calabria, utilizzati per la ricostruzione di quattro ospedali per un valore di 1,7 miliardi di euro, serviranno come riferimento per il Ponte sullo Stretto. Questi modelli prevedono l’iscrizione obbligatoria nell’anagrafe antimafia per tutti gli operatori economici coinvolti, assicurando che nessun contratto possa essere firmato senza prima verificare tale iscrizione. Inoltre, non sarà possibile sottoscrivere contratti per somma urgenza, una pratica consentita dal codice antimafia.
Un monitoraggio continuo e dedicato
Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha dichiarato che la complessità dell’opera richiede un monitoraggio costante, che solo una struttura operativa con elevate professionalità antimafia può garantire. Durante il Festival dell’Economia di Trento, Salvini ha evidenziato l’importanza della trasparenza e del controllo, affermando che il Parlamento troverà le modalità per assicurare che il progetto sia gestito con rigore assoluto. È la prima volta che un’opera di tale portata è oggetto di indagine prima ancora di iniziare i lavori.
Inoltre, il ministro ha accennato a un obiettivo più ampio: la pace fiscale prevista per l’estate 2025, che mira a portare risorse nelle casse dello Stato. Salvini ha chiarito che non si tratta di evasione fiscale, ma di cittadini che, pur avendo presentato la dichiarazione dei redditi, non sono riusciti a saldare i propri debiti. Infine, ha espresso la sua disponibilità a considerare una nazionalizzazione dell’Ilva, qualora non si presentassero privati con piani credibili.