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Delitto Garlasco, polemiche e dubbi: ignoto 3 al centro dell'attenzione

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Nel delitto di Garlasco, nuovi dubbi emergono sull’autopsia di Chiara Poggi e il DNA di Ignoto 3 trovato su una garza, al centro di un acceso confronto.

Un fazzoletto di garza. Una traccia di DNA. Un nome che non torna. È su questo dettaglio minuscolo che si gioca un nuovo, inquieto capitolo del delitto di Garlasco.

Delitto di Garlasco, il mistero della garza e quel DNA che non torna?

Nel caos ordinato di una sala autoptica, ogni dettaglio conta.

Anche una garza, apparentemente innocua, può cambiare il corso di un’indagine, anche quella sul delitto di Garlasco. Ed è proprio su una garza — usata nel 2007 per esaminare il cavo orale di Chiara Poggi — che si concentra oggi lo scontro tra Procura e consulenti. Secondo Fabio Napoleone, procuratore capo, il campione prelevato non avrebbe subito contaminazioni. Secco. Sicuro. Ma Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi dal 2007, non è d’accordo. Lui vede altro. Vede la possibilità che il DNA di “Ignoto 3” sia finito lì per errore. Un errore umano. O peggio, sistemico.

Nel frattempo, un’altra voce si è aggiunta. Quella di Alberto Bonsignore, direttore di Medicina Legale al Gaslini di Genova. Ai microfoni di Zona Bianca lancia una spiegazione diversa, secondo il direttore Bonsignore una garza potrebbe non essere sterile per motivi più semplici “posizionata su un carrellino a disposizione dell’operatore”. Può finire su un corpo sbagliato. Così nascerebbe Ignoto 3?

Nuovi dubbi sull’autopsia e sulla dinamica del delitto di Garlasco

Ma c’è di più. Bonsignore spiega anche la differenza chiave tra garza e tampone: il secondo è sterile, sigillato, viene conservato in un contenitore apposito. La garza no. È esposta, vulnerabile. Le sale autoptiche, a differenza di quelle operatorie, non seguono i rigidi protocolli di sterilità. Ed è qui che il rischio aumenta.

A diciotto anni dal delitto di Garlasco, la verità resta ancora avvolta da ombre. Il profilo di Ignoto 3, isolato grazie al lavoro della genetista Denise Albani su incarico del gip Garlaschelli, ha riaperto un fronte che sembrava chiuso. Ma ogni passo avanti sembra aprire una nuova crepa. Chi era in sala con Chiara? Perché nessuno lo ha mai identificato prima? E se non fosse un errore?

Certe risposte, a volte, arrivano tardi. Altre, forse, non arrivano mai.