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Garlasco, Dna ignoto rilevato sul tampone orale di Chiara Poggi: la replica dei familiari

chiara poggi garlasco

Analisi sul tampone orale di Chiara Poggi riaprono il dibattito sulle tracce genetiche nel caso Garlasco. Ecco cosa è emerso.

Nel caso di Garlasco, emergono nuove e delicate evidenze legate al Dna maschile rinvenuto sul tampone orale di Chiara Poggi, la giovane vittima. Un elemento genetico che, secondo alcune analisi, non corrisponderebbe a nessuno dei soggetti già coinvolti nell’inchiesta. Questa scoperta ha riacceso il dibattito e suscitato nuove interrogativi sulle dinamiche dell’omicidio.

Garlasco, Dna maschile ignoto sul tampone orale di Chiara Poggi

Emergono nuove indiscrezioni dalle indagini sul delitto di Garlasco. Sul tampone orale di Chiara Poggi, prelevato 18 anni fa ma analizzato solo recentemente durante l’incidente probatorio, è stata rilevata una minima traccia di materiale genetico maschile (cromosoma Y), che però non corrisponderebbe né a quello di Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e unico condannato in via definitiva, a quello di Andrea Sempio, amico di Marco Poggi (fratello di Chiara) recentemente indagato.

La quantità estremamente limitata del Dna potrebbe far pensare a una possibile contaminazione, ad esempio da parte di chi ha manipolato la garza utilizzata per il prelievo originario, la cui impronta genetica potrebbe coincidere con quella dell’assistente del medico legale che effettuò i primi rilievi sul corpo, secondo quanto riferito da una fonte all’Adnkronos.

Garlasco, Dna maschile ignoto sul tampone orale di Chiara Poggi: la replica della famiglia

Secondo i consulenti delle parti, il dato grezzo su uno dei tamponi è stato fornito da Denise Albani, genetista incaricata dalla gip Garlaschelli di eseguire gli accertamenti tecnici irripetibili. Il profilo genetico Y è stato estratto in quantità estremamente ridotta, il che potrebbe indicare una contaminazione da parte di chi ha maneggiato la garza al momento del prelievo.

Alcuni sospettano che tale Dna possa derivare da un “inquinamento” riconducibile all’assistente del medico legale Dario Ballardini, che eseguì l’autopsia e i tamponi. Per questo motivo sono necessari ulteriori approfondimenti per capire se il materiale raccolto possa fornire un profilo affidabile e confrontabile.

Un dato che per quanto possiamo sapere è totalmente destituito da qualsiasi fondamento e che ancora una volta denota come, in assenza di riscontri oggettivi alternativi alla verità processuale accertata e che ha individuato Stasi quale responsabile, prospetta ipotesi infondate”, ha dichiarato il legale dei Poggi.

Intanto, il Garante per la privacy ha bloccato d’urgenza la diffusione a pagamento online di un video con le immagini dell’autopsia di Chiara Poggi. L’Autorità avverte media e siti che diffondere tali contenuti è illecito e invita a non farlo, per rispetto della dignità della vittima e dei familiari. Sono previsti possibili ulteriori provvedimenti.