Nel Pd cresce la tensione intorno a Elly Schlein. Tra sconfitte regionali possibili e malumori interni, alcuni esponenti della coalizione cominciano a ipotizzare scenari in cui la segretaria potrebbe essere esclusa dalla corsa a Palazzo Chigi. Il dibattito si concentra sulla ricerca di un’alternativa credibile, con il centro e la componente pragmatica del partito considerati leve decisive per riequilibrare il campo largo e rafforzare il Pd nelle prossime sfide elettorali.
La nuova traiettoria del campo largo a Roma
Si è tenuto un incontro che ha segnato una fase inedita per il cosiddetto “campo largo”, la coalizione che da mesi cerca di conciliare le diverse correnti della sinistra italiana. L’evento, promosso dall’assessore capitolino Alessandro Onorato, esponente di rilievo dei Civici d’Italia, ha evidenziato per la prima volta un tentativo concreto di costruire un’area centrista all’interno dell’alleanza, con l’obiettivo di riequilibrare una coalizione finora percepita come eccessivamente inclinata verso posizioni ideologiche.
Tra i partecipanti, sono emersi volti noti come Goffredo Bettini, da tempo promotore dell’idea di una “tenda centrista” per una coalizione plurale ma coesa, ripetendo come mantra da mesi: “Serve una tenda centrista”. L’obiettivo comune è quello di ricostruire una maggioranza credibile, capace di rivolgersi sia alle periferie sia ai ceti produttivi.
Particolarmente significativo è stato l’intervento della sindaca di Genova, Silvia Salis, da pochi mesi in carica, che ha affermato: “Basta gare su chi è più di sinistra. Non è una gara. Se lo è, è a chi sta più unito”, invitando a superare la logica della competizione ideologica.
Non è passata inosservata neppure la presenza di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, che ha commentato con cautela: “Dialogo? Sì, ma vediamo con chi”, confermando le distanze ancora presenti tra i pentastellati e una parte del centrosinistra.
“Elly Schlein può saltare”, la carta del Pd: ecco chi vuole farla fuori
L’incontro ha anche anticipato un prossimo appuntamento a Milano, dove i riformisti del Pd, tra cui Lorenzo Guerini, Graziano Delrio e Giorgio Gori, si confronteranno per definire una linea alternativa a quella della segretaria Elly Schlein e criticare l’inattivismo attribuito a Stefano Bonaccini. Quest’ultimo ha replicato con una frecciatina: “Vedo discussioni fatte da chi vive nei salotti tv e nelle Ztl”, prendendo le distanze dalle critiche interne e sottolineando la frattura tra posizioni più popolari e quelle più ideologiche.
Personalità come l’eurodeputata Pina Picierno hanno ribadito la centralità della crescita economica: “Senza crescita non si protegge il welfare”, criticando chi si concentra esclusivamente su salario minimo e lavoro equo. Il dibattito si è intrecciato con le preoccupazioni sul futuro politico nazionale: alcuni esponenti del Pd temono che eventuali sconfitte regionali, come in Campania, possano indebolire Schlein e impedire la sua candidatura a Palazzo Chigi.
Tra i nomi considerati per una leadership alternativa spunta quello di Giuseppe Conte, ritenuto in grado di mediare tra i diversi settori della coalizione e garantire al Pd una maggiore influenza nel governo. L’impressione generale è che il centrosinistra sia alla ricerca di nuove forme di equilibrio, con il centro e il pragmatismo destinati a diventare fattori decisivi per il futuro.