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Coronavirus: consulenti lavoro, sospendere adempimenti e versamenti tributari

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Roma, 11 mar. (Labitalia) - Manca una norma di raccordo che estenda a tutti i cittadini, i professionisti, le imprese e gli enti residenti o aventi sede legale o operativa sul territorio nazionale la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari, di quelli derivanti da cartelle di pagamen...

Roma, 11 mar. (Labitalia) – Manca una norma di raccordo che estenda a tutti i cittadini, i professionisti, le imprese e gli enti residenti o aventi sede legale o operativa sul territorio nazionale la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari, di quelli derivanti da cartelle di pagamento e avvisi di addebito presso gli agenti della riscossione, delle rate da rottamazione ter e saldo e stralcio. Ma anche degli adempimenti e versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria, dell’iscrizione annuale alla camera di commercio e delle relative sanzioni.

A precisarlo il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, ricordando che il decreto legge del ministro dell’Economia e delle Finanze del 24 febbraio scorso, a cui ha fatto seguito il comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate del 26 febbraio 2020, ha disposto la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari in scadenza tra il 21 febbraio e il 31 marzo 2020 ma solo nei comuni della Lombardia e del Veneto colpiti dall’emergenza epidemiologica Covid-19. Si tratta, in particolare, dei Comuni di Codogno, Castiglione d'Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano, in Provincia di Lodi, e del comune di Vo’ Euganeo, in Provincia di Padova.

Con il dpcm dell’8 marzo, poi, la zona rossa è stata ampliata all’intera Regione Lombardia e alle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Per poi essere ulteriormente estesa a tutto il territorio nazionale con il successivo dpcm del 9 marzo 2020. Da qui la necessità di adottare provvedimenti che vadano incontro alle esigenze di tutte le famiglie, i professionisti, i lavoratori e i datori di lavoro italiani.