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Delitto di Garlasco, possibile svolta: l'annuncio sul DNA sotto l'unghia del mignolo di Chiara Poggi

Garlasco Dna Chiara Poggi

Prove inedite nel caso di Chiara Poggi: il DNA sotto il mignolo fa emergere nuovi dubbi a Garlasco. L'indiscrezione nella trasmissione Ore 14.

Il delitto di Garlasco, uno dei casi di cronaca nera più controversi e discussi in Italia, continua a suscitare interrogativi e nuove ipotesi. La tragica morte di Chiara Poggi, avvenuta nel 2007, ha visto alternarsi indagini, processi e dibattiti mediatici, senza mai giungere a una conclusione definitiva. Oggi, a quasi vent’anni di distanza, emergono dettagli sorprendenti che potrebbero fare luce sugli ultimi nodi irrisolti: nuove analisi sul DNA sotto l’unghia del mignolo della vittima.

Nuove evidenze nel delitto di Garlasco

Il caso di Garlasco potrebbe aver registrato una svolta significativa. Secondo quanto riportato dal programma Ore 14 sera di Rai 2, sotto l’unghia della mano destra di Chiara Poggi, probabilmente il mignolo, sarebbe stato rinvenuto un quantitativo definito “molto elevato” di DNA subungueale.

Questo elemento suggerirebbe un contatto diretto tra la vittima e il suo aggressore, presumibilmente durante un tentativo di difesa. Come spiegato dal programma, “un DNA che solitamente si trasferisce in caso di difesanon può essere spiegato con un semplice contatto accidentale o con una contaminazione successiva, rafforzando l’ipotesi di un contatto fisico immediato al momento dell’aggressione.

Garlasco, svolta nelle indagini: l’annuncio sul Dna sotto l’unghia del mignolo di Chiara Poggi

Le indagini si concentrano ora sui frammenti di unghie raccolti durante l’autopsia della giovane, che furono posti in due provette separate per mano destra e sinistra. Il Ris di Parma, analizzando successivamente questi campioni, ha identificato tre minuscoli frammenti, noti come “prova MDX5”, attribuibili alla mano destra. Ore 14 sottolinea che “in questi frammenti non solo viene identificato il DNA ritenuto riconducibile ad Andrea Sempio, ma la sua quantità e il livello di conservazione è in assoluto il migliore di tutto quello fino a quel momento repertato”.

Inoltre, il fatto che queste unghie non fossero state sciolte ha permesso di rilevare la presenza di DNA subungueale, elemento che conferma la probabilità di un contatto diretto, piuttosto che di un trasferimento occasionale su superfici come telecomandi o tastiere.

 

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