Roma, 29 ott. (Adnkronos) – “Questa riforma non affronta i veri problemi della giustizia: l’ha riconosciuto più volte anche il ministro Nordio. Restano irrisolti i nodi strutturali – i tempi dei procedimenti, la carenza di personale, la necessaria informatizzazione, le condizioni drammatiche e inumane delle carceri – e si sceglie di intervenire sulla Costituzione per motivi puramente ideologici”.
Così il senatore Pd, Marco Meloni, intervenendo in Aula.
“Non è un caso che sia Forza Italia il partito che ha voluto la separazione delle magistrature. La stessa forza politica che ha segnato la storia italiana con le leggi ad personam e con norme pensate per tutelare interessi privati anziché pubblici. È la stessa visione autoritaria che, più di cinquant’anni fa, Giorgio Almirante – esponente del MSI, lodato dal Presidente del Senato in un discorso inquietante appena domenica scorsa – teorizzava dicendo che la magistratura deve applicare la legge ‘secondo la volontà e la sensibilità del governo in carica’. Parole che oggi risuonano drammaticamente attuali”, ha proseguito il senatore questore di Palazzo Madama.
“Anche il metodo scelto è inaccettabile: una riforma costituzionale di questa portata entra ed esce dal Parlamento con lo stesso testo, senza alcuna possibilità di confronto o modifica. È un’umiliazione per le Camere e per la funzione stessa del Parlamento. Con la riforma Cartabia si era raggiunto un equilibrio condiviso per migliorare davvero il sistema della giustizia. Con questa riforma, invece, si compromette irrimediabilmente l’equilibro tra i poteri, sottomettendo il potere giudiziario all’esecutivo, al governo. Si torna a dividere il Paese e a usare la giustizia come terreno di scontro politico. Noi non accetteremo questo abuso. Saremo nel Paese, tra i cittadini, a contrastare con tutte le nostre forze questa riforma, per difendere la giustizia, la Costituzione e la democrazia italiana” ha concluso.
 
								