Con una mossa che punta a richiamare l’Italia alle proprie responsabilità internazionali, la Global Sumud Flotilla ha inviato una diffida al governo Meloni e agli ambasciatori italiani tramite il team di legali. L’iniziativa, che riunisce attivisti, giuristi e associazioni solidali con la popolazione di Gaza, denuncia l’inerzia e la complicità dell’esecutivo di fronte alle violazioni del diritto internazionale e al blocco imposto da Israele.
Governo Meloni sotto pressione: la diffida della Global Sumud Flotilla
Dopo aver respinto la proposta del governo Meloni relativa allo sbarco degli aiuti umanitari a Cipro, il comitato direttivo della Global Sumud Flotilla ha annunciato una conferenza stampa straordinaria per rendere nota la propria posizione e le iniziative intraprese. Nel corso dell’incontro, gli attivisti hanno comunicato di aver presentato una diffida formale indirizzata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Guido Crosetto e Antonio Tajani, nonché a diversi ambasciatori italiani in Medio Oriente ed Europa.
La decisione arriva in un contesto di crescente tensione, segnato da attacchi e intimidazioni. Le segnalazioni dell’intelligence, ritenute attendibili, indicherebbero un rischio concreto di nuove azioni militari israeliane contro la flottiglia nelle successive 48 ore, potenzialmente in grado di compromettere la sicurezza delle imbarcazioni e dei partecipanti.
La diffida della Global Sumud Flotilla: preoccupazioni e richieste di tutela internazionale
Nel documento di diffida, la Global Sumud Flotilla ha chiesto al governo italiano di attivarsi immediatamente sul piano diplomatico, sollecitando Israele a non interferire con la missione e a garantire la protezione dei passeggeri e del carico umanitario. Gli attivisti hanno ribadito la natura civile e pacifica dell’iniziativa, invitando l’esecutivo a riconoscerne ufficialmente lo status di missione umanitaria e a condannare ogni eventuale atto ostile o illegittimo.
Nel corso della conferenza, i rappresentanti del comitato hanno espresso apprezzamento per la decisione dell’Italia e della Spagna di inviare navi militari a supporto della traversata, pur distinguendo tra l’atteggiamento dei due governi: se quello spagnolo ha più volte manifestato solidarietà alla causa palestinese, quello italiano – secondo la portavoce Kleoniki Alexopoulou – avrebbe mantenuto un rapporto di cooperazione con Israele.
Nel documento, diffuso attraverso i canali ufficiali della Global Sumud Flotilla, gli attivisti sollecitano le autorità italiane a intervenire con urgenza sul piano diplomatico, richiedendo una presa di posizione netta nei confronti di Israele. In particolare, chiedono di:
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Intraprendere azioni diplomatiche immediate, inviando comunicazioni formali e pubbliche al governo israeliano per chiedere il rispetto del diritto internazionale e la non interferenza con la missione della Flotilla.
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Garantire la sicurezza delle imbarcazioni, del carico di aiuti umanitari e di tutte le persone a bordo, assicurando la loro protezione da eventuali attacchi o ostacoli.
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Condannare in modo esplicito qualsiasi tentativo di intercettazione o detenzione delle navi e dei partecipanti alla missione.
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Riconoscere ufficialmente la natura umanitaria della Global Sumud Flotilla, legittimandone gli obiettivi e il carattere pacifico.
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Promuovere un’indagine immediata per accertare le responsabilità di eventuali azioni ostili o illegittime, considerate potenzialmente lesive della vita e dell’incolumità dei civili coinvolti.
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Prevenire qualunque misura coercitiva nei confronti dei cittadini italiani presenti a bordo, evitando arresti, trasferimenti forzati o detenzioni arbitrarie da parte delle autorità israeliane.