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Guerra Russia-Ucraina: il piano di pace in 20 punti e i nodi decisivi ancora da sciogliere

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Guerra in Ucraina: il piano di pace a 20 punti avanza, ma i territori contesi restano il nodo cruciale. Gli ultimi aggiornamenti.

La guerra in Ucraina sembra avvicinarsi a una possibile soluzione. Dopo l’incontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky a Mar-a-Lago, il piano di pace in 20 punti risulta quasi completato, anche se restano aperti nodi fondamentali su territori contesi e sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia.

Guerra in Ucraina, prospettive di pace e confronti a Mar-a-Lago

Secondo Donald Trump, l’accordo per porre fine al conflitto in Ucraina sarebbe completato al 95%, una cifra che tuttavia evidenzia come quel restante 5% costituisca il nodo più delicato della trattativa. Il summit tra il presidente americano e Volodymyr Zelensky si è svolto a Mar-a-Lago, la residenza privata di Trump a Palm Beach, in Florida, in un contesto informale ma carico di significato politico.

Dopo oltre tre ore di colloqui, non sono emersi annunci risolutivi, ma segnali importanti: progressi concreti sono stati registrati, il clima tra i leader appare più disteso rispetto al passato, mentre permangono questioni cruciali riguardanti territori contesi, garanzie di sicurezza e impianti strategici.

Trump ha descritto l’intero processo come “molto complicato”, sottolineando la necessità di tempo e cautela, mentre Zelensky ha ribadito l’urgenza di una soluzione che tuteli la sopravvivenza dello Stato ucraino. Come evidenzia Axios, la negoziazione entra ora nella sua fase più critica, in cui ogni concessione riveste un peso politico superiore a quanto appaia.

Guerra in Ucraina, il nuovo piano di pace in 20 punti e i due nodi ancora da sciogliere

Il piano di pace elaborato da Kiev in collaborazione con gli Stati Uniti, presentato a Mar-a-Lago, consta di 20 punti e rappresenta la controproposta ucraina al precedente documento a 28 punti. Zelensky ha dichiarato che circa il 90% del contenuto è già concordato, mentre restano aperte le questioni relative al controllo dei territori dell’est e alla gestione della centrale di Zaporizhzhia.

Il documento mira a conciliare le esigenze di sicurezza ucraine con la pressione americana per una conclusione rapida del conflitto, affermando la sovranità dell’Ucraina e prevedendo un accordo di non aggressione monitorato da sistemi satellitari. Il piano include anche garanzie di sicurezza da parte di Stati Uniti, NATO e paesi europei, simili all’articolo 5 del Trattato atlantico, con possibilità di risposta militare coordinata in caso di aggressione russa.

Altri punti riguardano l’integrazione europea e il rilancio economico: Kyiv chiede un calendario chiaro per l’ingresso nell’UE e propone un fondo da 800 miliardi di dollari per la ricostruzione e investimenti infrastrutturali.

Le questioni territoriali restano le più complesse, con proposte di linee di contatto de facto e zone economiche speciali, mentre la centrale nucleare dovrebbe essere smilitarizzata e parte dell’elettricità destinata all’Ucraina. Zelensky ha dichiarato che le garanzie di sicurezza offerte dagli Stati Uniti sono previste per 15 anni, ma Kiev auspica un impegno più lungo, fino a “30-40-50 anni”.

Trump ha commentato le domande sulle garanzie definendole “stupide”, ma assicurando che sarà garantito un accordo solido, con forte coinvolgimento dei partner europei. L’incontro ha aperto la strada a nuovi vertici, sia a Washington sia in Ucraina, segnando un passo avanti ma lasciando ancora aperti i nodi più delicati.