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Dopo appena sei mesi, Elisabetta Belloni lascia Bruxelles? Sembra chiudere così il suo capitolo europeo. Una decisione improvvisa, forse no. Ma comunque inattesa.
Dietro le quinte del passo indietro di Belloni: lascia Bruxelles?
Era arrivata nel cuore dell’Unione con il profilo basso ma l’autorevolezza di sempre. Elisabetta Belloni, ex capo del Dis, aveva accettato l’invito di Ursula von der Leyen in un momento di equilibrio fragile per l’Europa.
Un ruolo strategico. Fiducia piena.
Poi qualcosa si è rotto. O forse non c’era mai stato. “Motivi personali”, ha detto lei. Nessuna polemica. Nessun clamore. Solo una riunione a porte chiuse con Ursula. Poi una lettera. Poi basta.
Secondo voci a Bruxelles, la presidente della Commissione non l’ha presa bene. Avrebbe insistito perché restasse. Invano. E gli amici di Belloni lo sapevano già: “Resterà pochi mesi”. Era tutto previsto? Difficile dirlo. Ma ora è chiaro: Belloni lascia Bruxelles. E torna in Toscana, nella sua casa di campagna. Senza ruoli. Né incarichi. Per adesso.
Belloni lascia Bruxelles in un momento teso per Ursula von der Leyen
Il tempismo non è dei migliori. La presidente della Commissione si prepara ad affrontare una mozione di sfiducia al Parlamento europeo. L’aria non è leggera. Berlino, Parigi, Roma: le grandi capitali la guardano con sospetto. E non sempre con stima.
Proprio adesso, Belloni fa un passo di lato. Non un segnale contro, ma neanche uno a favore.
Il suo nome, in fondo, circola da anni come “riserva della Repubblica”. Era nella rosa per il Quirinale, ricordate? Poi fu riconfermato Mattarella. Ma Belloni è rimasta lì, a metà strada tra potere e attesa.
Forse anche stavolta è solo un passaggio. Un passo indietro per prenderne uno avanti.
Ma il fatto che Belloni lasci Bruxelles così, nel silenzio, mentre l’Europa scricchiola…
Prima del rientro, due missioni ancora aperte. Poi Belloni lascia Bruxelles
Il commiato ufficiale avverrà a settembre, ma fino ad allora Belloni resterà operativa. Due le tappe finali: Cina e Giappone, con la Commissione. Poi il saluto definitivo…? Nessun successore è stato ancora designato, segno che l’uscita della diplomatica potrebbe aver preso tutti in contropiede. Anche Ursula, raccontano fonti vicine, avrebbe provato fino all’ultimo a farla restare. Invano.
Il suo nome era nella corsa per il Quirinale. Poi Mattarella fu confermato. Ma Belloni è rimasta. Lì. In attesa. Sempre un passo indietro, forse per prenderne uno avanti.
Intanto, due missioni ancora. Cina e Giappone. Poi il rientro. Nessun successore annunciato. Segno che la sua partenza ha colto tutti di sorpresa. Anche Ursula.
In un’Europa che traballa, Belloni se ne va così. In silenzio. E quel silenzio pesa più di mille comunicati.