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Una polemica ha recentemente colpito l’istituto comprensivo di Castel Goffredo, un comune della provincia di Mantova, a causa della decisione di alcuni insegnanti di rimuovere il nome di Gesù da un canto natalizio. Questa scelta ha suscitato un acceso dibattito, portando il preside, Aniello D’Esposito, a esprimere una posizione chiara e decisa.
Il contesto della controversia
La controversia è emersa quando alcune insegnanti della scuola hanno deciso di modificare il testo della celebre canzone natalizia dello Zecchino d’Oro, Buon Natale in allegria. Nel tentativo di rispettare le diverse fedi religiose degli studenti, hanno cambiato il ritornello originale “su brindiamo, festeggiamo, questo è il giorno di Gesù” in “su brindiamo, festeggiamo, fallo insieme a chi vuoi tu”. Questa scelta ha scatenato l’indignazione di molti genitori, i quali hanno sentito l’esigenza di difendere le tradizioni culturali e religiose.
La reazione del preside
Il preside D’Esposito ha reagito prontamente, esprimendo il proprio dispiacere per la decisione delle insegnanti. Ha ribadito l’importanza delle tradizioni nel contesto educativo. Nessuno deve osare eliminare il Natale e la sua tradizione, ha affermato, sottolineando che nella recita del 12 dicembre i bambini canteranno la versione originale del brano, senza alcuna modifica. Questa posizione ha ricevuto ampio supporto tra i genitori, che hanno espresso la loro gratitudine per l’intervento del dirigente scolastico.
L’importanza della tradizione e dell’inclusione
D’Esposito ha sottolineato come le tradizioni siano fondamentali per preservare l’identità culturale. Ha affermato che “includere significa rispettare le usanze e i costumi di tutti, senza cancellarli”. Secondo lui, Gesù non deve essere percepito come un simbolo divisivo, ma come una figura capace di unire le diverse culture. La celebrazione del Natale, ha aggiunto, deve rimanere un momento di gioia e condivisione, senza compromessi sui suoi elementi essenziali.
Il ruolo dei genitori e della comunità
La mobilitazione dei genitori ha avuto un impatto significativo in questa vicenda. Numerosi genitori hanno contattato il preside per esprimere preoccupazioni riguardo alla modifica del canto, sostenendo che il rispetto delle tradizioni dovrebbe essere una priorità nelle scuole. “Il nostro obiettivo è preservare la cultura e la religione dei nostri figli”, ha dichiarato uno dei genitori, evidenziando l’importanza di celebrare il Natale e di trasmettere questa tradizione alle nuove generazioni.
Attacchi alle tradizioni natalizie
Questa situazione non è isolata e rappresenta una tendenza più ampia di attacchi ai simboli religiosi e culturali. In un altro episodio, a Mori, in Trentino, è stata rubata una capanna del presepe, un atto che ha suscitato grande sconcerto nella comunità locale. Claudia Torbol, membro di un movimento scout cattolico, ha denunciato l’accaduto come un vandalismo che demoralizza i giovani e mina il lavoro svolto con passione ogni anno per mantenere vivo il presepe.
La lotta per la preservazione del Natale
Questi eventi evidenziano una crescente preoccupazione per la salvaguardia delle tradizioni natalizie. Nonostante gli sforzi per mantenere vive le celebrazioni, alcune forze cercano di minimizzare o eliminare i simboli religiosi dalla vita pubblica. Il preside D’Esposito, insieme ai genitori di Castel Goffredo, dimostrano che è possibile opporsi a questa tendenza, rivendicando il diritto di celebrare il Natale in modo autentico e senza timori.
La vicenda di Castel Goffredo rappresenta un chiaro esempio di come le tradizioni religiose e culturali possano essere messe in discussione, ma anche di come una comunità possa unirsi per difenderle. La lotta per il Natale continua, portando con sé la speranza di preservare i valori che appartengono alla collettività.