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Il ruolo di Alessandro Martire nel film western Testa o croce e la cultura Lakota

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Alessandro Martire, presidente della ONG Wambli Gleska, parla dell'importanza delle consulenze culturali nel cinema e del suo contributo al film Testa o croce.

Alessandro Martire, presidente della ONG Wambli Gleska, è stato scelto come consulente per il film western all’italiana Testa o croce?, presentato al Festival di Cannes. La sua esperienza e conoscenza della cultura Lakota Sicangu sono state fondamentali per garantire una rappresentazione accurata di questo popolo nel cinema. La sua ONG, attiva dal 1995, si impegna nella diffusione delle tradizioni e nella salvaguardia dei diritti umani dei Lakota Sioux, un aspetto cruciale che ha influenzato il suo lavoro sul set.

La collaborazione con il filmTesta o croce?

Il film, diretto da Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, narra la storia dell’arrivo di Buffalo Bill in Italia nel 1905 e il conflitto tra i butteri della Maremma e i cowboy del Wild West Show. Martire è stato chiamato per fornire una consulenza storica e culturale, assicurandosi che le scene rappresentassero fedelmente le tradizioni Lakota. Insieme a Sergio Susani, ha collaborato alla realizzazione dei costumi per 29 attori e ha fornito oggetti della sua collezione di manufatti nativo-americani.

Martire ha inoltre curato il trucco degli attori e dei cavalli, utilizzando tecniche tradizionali, dove ogni pittura aveva un significato specifico legato alla spiritualità Lakota. “Le pitture sui volti e sui cavalli evocano forze e spiriti particolari,” afferma Martire, sottolineando l’importanza della rappresentazione autentica.

Il passaggio da consulente a attore

Durante le riprese, Martire ha assunto anche un ruolo da attore. Quando il personaggio di Yellow Hand, interpretato da Robert Alan Packard, ha avuto bisogno di assistenza linguistica, Martire è intervenuto, contribuendo alla scena con la sua conoscenza della lingua Lakota. Questo episodio evidenzia non solo la sua versatilità, ma anche la necessità di consulenti esperti per una rappresentazione accurata delle culture.

“È fondamentale che le produzioni si avvalgano di esperti, altrimenti rischiano di rappresentare in modo errato la realtà,” spiega Martire. “Nessuno sapeva come dovevano essere dipinti i volti dei personaggi nativi.” La sua esperienza nel campo ha quindi permesso al film di mantenere un alto standard di autenticità.

Il valore delle consulenze culturali nel cinema

Martire sottolinea l’importanza delle consulenze culturali nel cinema, specialmente quando si tratta di rappresentare popoli nativi. “Le grandi produzioni devono utilizzare esperti per evitare rappresentazioni distorte,” afferma. La sua esperienza nel settore cinematografico ha dimostrato che, senza una corretta comprensione delle culture rappresentate, le produzioni rischiano di perpetuare stereotipi dannosi.

“I capelli, ad esempio, non erano solo intrecciati, ma avevano un significato profondo nella cultura Lakota,” aggiunge Martire, evidenziando il valore della tradizione. “I nativi americani hanno vissuto secoli di distorsioni culturali; è nostro dovere restituire loro la voce.” Martire è convinto che le consulenze possano fare la differenza nel modo in cui la storia e la cultura dei popoli nativi vengono percepite dal pubblico.