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Influenza aviaria in Europa: aumento dei contagi e strategie di sicurezza efficaci

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L'influenza aviaria sta colpendo l'Europa con un aumento significativo dei casi, rendendo necessarie misure di sicurezza immediate e urgenti per affrontare questa emergenza sanitaria.

Negli ultimi mesi, l’Europa ha registrato un significativo aumento dei casi di influenza aviaria, con un totale di 1.443 contagi tra settembre e novembre. Questo dato rappresenta un incremento di quattro volte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha emesso un allerta, evidenziando la necessità di intensificare la sorveglianza e di adottare misure rigorose di biosicurezza.

Situazione attuale in Italia

Il panorama dell’influenza aviaria in Italia presenta focolai concentrati principalmente nelle regioni settentrionali. L’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha osservato che la diffusione dei contagi nel Paese è irregolare, con una distribuzione a macchia di leopardo. Le regioni più colpite includono Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, dove sono stati rilevati casi sia tra i pollami che tra gli uccelli selvatici.

Impatto sulle aziende agricole

I focolai di influenza aviaria hanno avuto un impatto economico significativo, con stime di perdite che si aggirano intorno ai 94 milioni di euro negli ultimi due anni. Questo scenario rappresenta una seria preoccupazione non solo per la salute degli animali, ma anche per la sostenibilità delle imprese agricole che dipendono dalla produzione avicola.

Raccomandazioni dell’EFSA

Di fronte a questa emergenza, l’EFSA ha emesso raccomandazioni chiare per le autorità locali, nazionali e regionali. Tra le principali misure suggerite figura l’adozione di ordinanze di confinamento degli uccelli domestici nelle aree in cui è stata confermata la presenza del virus HPAI. Ulteriori controlli dovrebbero essere attuati per monitorare i volatili domestici, al fine di garantire una diagnosi precoce e ridurre il rischio di trasmissione.

Strategie di prevenzione

In aggiunta a queste misure, l’EFSA consiglia di evitare la nutrizione artificiale degli uccelli selvatici durante i periodi di alta incidenza, per ridurre il rischio di affollamento e, di conseguenza, di trasmissione del virus. È fondamentale intensificare la sorveglianza degli uccelli selvatici, in particolare in habitat umidi e durante le migrazioni, per contenere la diffusione della malattia.

La natura dell’influenza aviaria

L’influenza aviaria è causata da virus influenzali di tipo A che possono infettare diverse specie di uccelli, sia domestici che selvatici. Gli uccelli selvatici rappresentano il principale veicolo di diffusione di questi virus, che mostrano una notevole capacità di mutazione. Recentemente, alcuni ceppi virali hanno colpito anche mammiferi, inclusi bovini e animali domestici come i gatti.

È importante notare che i casi umani possono manifestarsi in modo asintomatico o con sintomi lievi, ma possono anche risultare gravi e, in alcuni casi, letali. La trasmissione avviene principalmente attraverso il contatto diretto con materiali contaminati o tramite l’inalazione di particelle virali presenti nell’ambiente.

Il crescente numero di casi di influenza aviaria in Europa richiede un’attenzione costante e il rafforzamento delle misure di biosicurezza. Attraverso una sorveglianza efficace e una collaborazione tra le autorità e gli operatori del settore, sarà possibile contenere la diffusione di questa malattia, proteggendo così la salute pubblica e animale.