Roma, 16 giu. (Adnkronos) – "La situazione continua a essere preoccupante perché non ci sono segnali di distensione. Noi stiamo lavorando per favorire una de-escalation e comunque un dialogo, ma in questo momento, finché ci sarà la guerra, l'Iran non vuole riprenderli". Lo ha detto durante l'edizione straordinaria del Tg1 il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani, assicurando che "seguiamo innanzitutto la situazione dei nostri connazionali sia in Iran sia in Israele, dove le nostre ambasciate e i nostri consolati sono al lavoro per assisterli.
Naturalmente non si può partire dall'Iran e da Israele in aereo, e qualcuno è già cominciato a spostarsi in auto. Oggi ho convocato un'altra riunione con tutte le nostre ambasciate dell'area per valutare la situazione dei nostri nazionali".
"Stiamo seguendo con grande attenzione anche la situazione dell'Iraq – prosegue Tajani – perché ci sono stati anche alcuni allarmi che abbiamo ricevuto dai nostri militari e un'altra preoccupazione riguarda lo stretto di Hormuz dove passa tutto il nostro scambio con i paesi del Golfo, siamo a circa 32,6 miliardi di prodotti che vengono esportati, quindi dobbiamo seguire anche le ricadute economiche, per questo è fondamentale lavorare per la pace, per il dialogo e per la de-escalation. Oggi parlerò anche con i ministri degli Esteri degli Emirati e dell'Arabia Saudita facendo tutto ciò che è possibile per favorire il dialogo e il calo della tensione".
"Gli Stati Uniti, con il sostegno degli altri paesi del G7, potranno spingere affinché ci possa essere anche da parte di Israele un'azione di de-escalation, ma bisogna vedere anche come reagisce sia l'Iran che Israele – dice ancora il ministro – Certamente, tutti quanti sono d'accordo che l'Iran non può avere la bomba atomica, perché questo rappresenterebbe un pericolo per tutta l'area del Medio Oriente, quindi questo è il punto di partenza da parte dell'Occidente. Poi lavoriamo assolutamente per una de-escalation, che è fondamentale, deve ritornare la diplomazia, il dialogo, questo è l'impegno principale dell'Italia e naturalmente il presidente del Consiglio spingerà in questa direzione durante il G7".