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Una potente scossa di terremoto, con una magnitudo di 8.8, ha colpito la penisola della Kamchatka, nella Russia orientale. Le autorità hanno emesso un’allerta tsunami per diverse aree del Pacifico, compresi Giappone, Stati Uniti e altri Paesi affacciati sull’oceano. I primi aggiornamenti.
Violento sisma in Kamchatka, uno tra i più potenti della storia
Nelle prime ore di mercoledì 30 luglio, un violentissimo terremoto ha colpito l’Estremo Oriente russo, interessando in particolare la penisola della Kamchatka. Il sisma, con una magnitudo rivista a 8.8 dall’U.S. Geological Survey, è avvenuto a una profondità di circa 20 chilometri, con epicentro localizzato a oltre 120 chilometri a sud-est di Petropavlovsk-Kamchatsky.
La scossa principale è stata seguita da decine di repliche, alcune delle quali superiori a magnitudo 6.5. L’intensità del fenomeno lo colloca tra i terremoti più forti mai registrati a livello globale, il più potente nella regione dal 1952.
A Petropavlovsk si sono verificati danni agli edifici, interruzioni di corrente e problemi alla rete telefonica, ma fortunatamente non sarebbero stati segnalati feriti gravi. Le autorità russe parlano di un “evento sismico eccezionale”, destinato a far sentire i propri effetti per settimane.
“Esorto tutti a stare lontani dalla costa nelle aree a rischio tsunami e ad ascoltare gli annunci degli altoparlanti“, ha scritto il governatore della Kamchatka, Vladimir Solodov, su Telegram.
Violento sisma in Kamchatka, rischio tsunami: Giappone, Usa e Pacifico in stato di allerta
Il terremoto ha generato onde di tsunami che si sono propagate attraverso l’intero bacino del Pacifico, costringendo numerosi Paesi a dichiarare lo stato d’emergenza. In Giappone sono state attivate evacuazioni in oltre 130 municipalità costiere, con la sospensione di traghetti, voli e collegamenti ferroviari.
Le centrali nucleari, tra cui quella di Fukushima, sono state messe sotto stretta sorveglianza, senza però rilevare anomalie. Nelle Hawaii, le autorità hanno chiuso porti, evacuato zone basse e interrotto le attività scolastiche, mentre le strade sono state congestionate da veicoli in fuga verso aree più elevate.
L’allerta ha coinvolto anche Alaska, California, Oregon e la costa canadese, dove sono attese onde di altezza compresa tra 30 e 90 centimetri. Persino il Perù e la Cina hanno emesso avvisi ufficiali di pericolo per le loro coste orientali. Nonostante l’ampiezza del fenomeno, in molti luoghi l’impatto si è rivelato contenuto grazie ai sistemi di allerta tempestiva.
Severo-Kurilsk: primo centro colpito dallo tsunami
Tra le prime aree ad essere raggiunte dallo tsunami c’è Severo-Kurilsk, capoluogo delle Isole Curili, situato a nord-est della Kamchatka. Qui, le onde anomale hanno invaso il porto e le vie costiere, lasciando dietro di sé detriti, sabbia e strutture danneggiate.
Le immagini diffuse mostrano scene impressionanti: strade allagate, imbarcazioni spinte a riva e case colpite dalla violenza dell’acqua. Il governatore regionale ha confermato che tutta la popolazione è stata evacuata verso le alture e non ci sono vittime. I residenti, secondo le autorità, rimarranno in aree sicure finché il rischio di ulteriori onde non sarà rientrato.
Severo-Kurilsk è uno dei punti più vulnerabili del Pacifico settentrionale e ha già vissuto eventi simili in passato, ma questa volta l’onda ha lasciato segni evidenti sul paesaggio urbano, pur risparmiando vite umane.