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La drammatica fine di Emanuele De Maria: un omicidio e una fuga senza ritorno

Immagine che rappresenta l'omicidio di Emanuele De Maria

Un caso di violenza che ha scosso Milano, tra omicidi e una fuga tragica.

Un omicidio che ha scosso Milano

La storia di Emanuele De Maria, 35 anni, si è conclusa in modo tragico e drammatico, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva di Milano. Accusato dell’omicidio della collega Chamila Wijesuriya e del tentato omicidio di un altro barista, De Maria ha vissuto un’escalation di violenza che ha portato a una fuga senza ritorno.

Le immagini delle telecamere di sorveglianza raccontano una storia inquietante, dove la calma apparente nasconde un profondo abisso di violenza e disperazione.

La sequenza degli eventi

Il venerdì pomeriggio, De Maria e Chamila passeggiano nel Parco Nord, apparentemente sereni. Ma poche ore dopo, la donna scompare misteriosamente. Grazie alle registrazioni delle telecamere, gli investigatori riescono a localizzare il luogo della scomparsa e, tragicamente, il corpo di Chamila viene ritrovato in un laghetto del parco, con segni evidenti di violenza. La situazione si complica ulteriormente quando, il giorno successivo, De Maria aggredisce un altro collega, dimostrando che la sua furia omicida non si era placata.

Un gesto estremo e la fuga finale

Dopo aver compiuto due aggressioni in meno di 24 ore, De Maria si rifugia nel Duomo di Milano. Qui, in un gesto estremo, si lancia nel vuoto, ponendo fine a una vita segnata da violenza e fuga. Questo tragico epilogo ha sollevato interrogativi sul sistema di reinserimento sociale e sulla capacità di prevenire tali atti di violenza. La storia di De Maria non è solo quella di un uomo che ha commesso crimini, ma anche un riflesso di una società che deve affrontare le sue fragilità e vulnerabilità.