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La triste storia di Filomena Morra: occupazione abusiva a Pozzuoli

Filomena Morra e la sua storia di occupazione abusiva a Pozzuoli

Una donna di 79 anni costretta a lasciare la propria abitazione a Monterusciello

Un’occupazione inaspettata

Il 9 maggio, la vita di Filomena Morra, una donna di 79 anni residente a Monterusciello, frazione di Pozzuoli, è stata stravolta da un’occupazione abusiva della sua abitazione. Mentre era al lavoro nella sua merceria, ignoti hanno preso possesso del suo appartamento, lasciandola senza un tetto sopra la testa.

La notizia le è stata comunicata da una passante, che l’ha avvisata dell’accaduto. Tornata a casa, Filomena ha trovato la porta sbarrata e una donna all’interno che la insultava, un’esperienza traumatica che nessuno dovrebbe vivere.

Una vita di sacrifici e diritti negati

Filomena è assegnataria regolare dell’appartamento dal 1987 e, secondo chi la assiste, potrebbe essere l’unica inquilina in regola nello stabile. La sua storia è un esempio di come le persone anziane possano essere vulnerabili in situazioni di emergenza. Dopo l’occupazione, la donna è stata costretta a dormire tra le scatole del suo negozio, dove ha subito ulteriori aggressioni, come il lancio di uova che l’ha portata in ospedale. Nonostante le avversità, Filomena ha trovato conforto nella solidarietà della comunità, che si è mobilitata per sostenerla in questo momento difficile.

La solidarietà della comunità

La vicenda di Filomena ha suscitato una forte reazione tra i cittadini di Pozzuoli. Molti si sono fermati per offrirle supporto, dimostrando che la comunità è ancora capace di unirsi in momenti di crisi. “Persone sconosciute si sono fermate in auto solo per salutarmi”, racconta Filomena, che ha ricevuto anche offerte di ospitalità da parte di una signora che le ha dato il proprio numero di telefono. Questo gesto di umanità è un segno che, nonostante le difficoltà, ci sono ancora persone pronte ad aiutare chi si trova in difficoltà.

Un appello per la giustizia

Filomena chiede solo una cosa: “Non voglio niente, solo che mi ridiano la mia abitazione e che mi lascino in pace”. La sua richiesta è un grido di aiuto che mette in luce una problematica sempre più diffusa in Italia: l’occupazione abusiva delle abitazioni. La sua storia è un invito a riflettere su come le istituzioni e la società possano intervenire per proteggere i diritti delle persone più vulnerabili, garantendo loro un’abitazione sicura e dignitosa.