Argomenti trattati
Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha affrontato tendenze allarmanti riguardo al trattamento delle persone LGBTQ+, con un notevole aumento dei crimini d’odio e delle pratiche discriminatorie. Nell’ambito di un impegno concertato per affrontare queste problematiche, l’UE ha presentato un piano strategico volto a combattere la terapia di conversione e a potenziare i diritti delle comunità LGBTQ+.
Statistiche preoccupanti rivelano che circa una persona LGBTQ+ su quattro nell’UE ha subito qualche forma di terapia di conversione, una pratica concepita per cambiare o sopprimere l’orientamento sessuale o l’identità di genere. Ciò include non solo violenze fisiche e sessuali, ma anche abusi verbali e umiliazioni. Questi dati hanno spinto la Commissaria europea per l’uguaglianza, Hadja Lahbib, a definire la situazione “scioccante” durante una conferenza stampa.
Nuove strategie per la protezione
Mercoledì, la Commissaria Lahbib ha presentato la Strategia LGBTIQ+ per il 2026-2030, sottolineando la necessità di combattere l’ostilità crescente nei confronti delle persone LGBTQ+. “Sembra che stiamo regredendo,” ha dichiarato, evidenziando una tendenza preoccupante emersa in diversi Stati membri dell’UE.
Panorama attuale dei diritti LGBTQ+
Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi, con metà dei paesi dell’UE che hanno attuato strategie nazionali per promuovere l’uguaglianza LGBTQ+, la situazione è tutt’altro che uniforme. Solo otto nazioni, tra cui Belgio, Francia e Spagna, hanno promulgato leggi che vietano la terapia di conversione. I Paesi Bassi stanno attualmente deliberando su misure simili, mentre la Corte Suprema degli Stati Uniti sta esaminando il divieto della pratica in Colorado, sollevando preoccupazioni riguardo alle implicazioni globali di queste politiche.
La nuova strategia della Commissione europea, sebbene non giuridicamente vincolante, mira a contrastare il discorso d’odio rivolto alle persone LGBTQ+ sia online che offline. Sono in corso piani per affrontare il cyberbullismo specificamente diretto a questa comunità, insieme a proposte per standardizzare le definizioni di reati d’odio online tra gli Stati membri.
Le sfide affrontate dalle comunità LGBTQ+
In mezzo a queste iniziative, diverse nazioni europee hanno approvato leggi che prendono di mira specificamente la comunità LGBTQ+. Ad esempio, il Primo Ministro slovacco, Robert Fico, ha modificato con successo la costituzione per definire il genere esclusivamente come maschile e femminile, mentre ha anche vietato la surrogazione e i diritti di adozione per le coppie dello stesso sesso.
La situazione in Ungheria
In Ungheria, il Primo Ministro Viktor Orbán ha avuto scontri con le autorità UE riguardo a una serie di legislazioni anti-LGBTQ+. Il suo tentativo fallito di vietare l’evento Budapest Pride, che celebra i diritti LGBTQ+, ha suscitato notevoli critiche. È attesa una sentenza della Corte suprema dell’UE che stabilirà se queste azioni violano le leggi europee, con prime indicazioni che suggeriscono un possibile sostegno alla posizione della Commissione.
Impegno dell’UE per azioni legali
La Commissaria Lahbib ha affermato che la Commissione europea è pronta ad adottare misure decisive, comprese azioni legali, per tutelare i diritti delle persone oggetto di discriminazione. Attualmente, ci sono dieci procedure di infrazione in corso contro l’Ungheria riguardo a violazioni dei diritti fondamentali dell’UE. Inoltre, la Commissione ha bloccato 18 miliardi di euro di finanziamenti dell’UE all’Ungheria a causa di queste violazioni.
“Non desideriamo penalizzare i cittadini per le azioni dei loro governi,” ha sottolineato Lahbib, precisando che ha proposto di reindirizzare i fondi congelati a causa delle violazioni dello stato di diritto a sostegno delle organizzazioni della società civile. Questo approccio mira a rafforzare gli sforzi locali per proteggere e promuovere i diritti LGBTQ+ in tutta Europa.