Argomenti trattati
Le mascherine facciali, simbolo della lotta contro il Covid-19, hanno dimostrato di avere un costo ambientale significativo. Secondo una recente ricerca del Centro per l’Agroecologia, l’Acqua e la Resilienza della Coventry University, pubblicata sulla rivista Environmental Pollution, le mascherine monouso rilasciano microplastiche e sostanze chimiche dannose, contribuendo all’inquinamento di suolo e acque.
È essenziale considerare questi effetti collaterali quando si valutano le misure di protezione adottate durante la pandemia.
Il rilascio di microplastiche dalle mascherine
La ricerca ha rivelato che le mascherine, anche se non indossate, rilasciano centinaia di particelle di microplastica. Questo fenomeno si verifica principalmente con mascherine chirurgiche e FFP2, che, a seconda del tipo, possono emettere oltre mille particelle. I ricercatori hanno utilizzato tecniche avanzate per analizzare le sostanze rilasciate: le mascherine chirurgiche standard rilasciano in media 250 particelle, mentre le FFP2 superano il migliaio. Le particelle emesse, in gran parte inferiori a 100 micrometri, sono simili allo spessore di un capello umano.
La composizione chimica delle mascherine è prevalentemente in polipropilene (82-97%), ma le analisi hanno evidenziato anche la presenza di altre plastiche, come polietilene e PVC. Le microplastiche, quando disperse nell’ambiente, possono penetrare negli ecosistemi e negli organismi viventi, causando potenziali danni.
Conseguenze ambientali delle mascherine monouso
Durante il picco della pandemia, il consumo globale di mascherine ha raggiunto livelli senza precedenti. L’OMS stimava un utilizzo di 89 milioni di mascherine al mese solo nel settore sanitario. Tuttavia, le mascherine monouso, realizzate in materiali non riciclabili con metodi convenzionali, si sono accumulate in discariche, strade e corsi d’acqua. I processi di degrado, come l’esposizione al sole e le variazioni di temperatura, accelerano il rilascio di microplastiche nell’ambiente.
Secondo gli autori dello studio, è fondamentale riconoscere l’impatto ambientale delle mascherine monouso. Anna Bogush, coordinatrice della ricerca, sottolinea: «Non possiamo ignorare il costo ambientale delle mascherine monouso. Dobbiamo sostenere lo sviluppo di alternative più sostenibili e fare scelte consapevoli per proteggere la nostra salute e l’ambiente».
La necessità di alternative sostenibili
Con l’aumento della consapevolezza riguardo all’inquinamento da plastica, è cruciale sviluppare materiali alternativi per le mascherine che possano ridurre l’impatto ambientale. La ricerca ha mostrato che durante la pandemia sono stati rilasciati nell’ambiente tra 128 e 214 chilogrammi di bisfenolo B, un interferente endocrino presente nelle mascherine. I risultati evidenziano l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi rischi e la necessità di scelte più responsabili.
In conclusione, mentre le mascherine hanno svolto un ruolo fondamentale nella protezione della salute pubblica, è imperativo riconoscere e affrontare il loro impatto ambientale. La transizione verso alternative più sostenibili rappresenta un passo necessario per proteggere sia la salute umana che quella del nostro pianeta. Investire in soluzioni innovative è fondamentale per affrontare questa sfida ambientale.