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Morte di Aurora Tila: i giudici confermano che non fu suicidio, dura sentenza per l’ex fidanzato

Morte Aurora Tila sentenza

Morte Aurora Tila: condanna per il 16enne accusato dell’omicidio della ragazza, segnata da gelosia e persecuzioni.

La morte di Aurora Tila ha riportato alla luce un fenomeno purtroppo sempre più frequente: la violenza nelle relazioni tra giovani. Gelosia, controllo e comportamenti aggressivi possono trasformare rapporti sentimentali in situazioni di pericolo, talvolta con conseguenze drammatiche. Il Tribunale per i minorenni di Bologna ha pronunciato la sentenza per l’ex fidanzato della 13enne.

Morte di Aurora Tila, nessun suicidio

Aurora Tila, una giovane di 13 anni, è morta precipitando dal balcone della sua abitazione a Piacenza, in un episodio che ha sconvolto la comunità locale. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, la ragazza sarebbe stata spinta dal suo ex fidanzato, mentre tentava disperatamente di aggrapparsi alla ringhiera per salvarsi.

Testimoni e compagne di scuola hanno raccontato episodi di gelosia e comportamenti aggressivi del ragazzo nei confronti della vittima, già segnalati ai servizi sociali. L’autopsia ha evidenziato lesioni compatibili con una caduta causata da una spinta, rafforzando l’ipotesi di omicidio.

La difesa, invece, ha sostenuto che si sarebbe trattato di un incidente o di un gesto volontario, e il ragazzo ha sempre proclamato la propria innocenza. Prima della tragedia, però, la relazione tra Aurora e il ragazzo si era conclusa, e la giovane aveva cercato di allontanarsi da un legame diventato soffocante e violento.

Morte di Aurora Tila, nessun suicidio: la drastica sentenza per l’ex fidanzato

Il Tribunale per i minorenni di Bologna ha inflitto una pena di 17 anni a un ragazzo di 16 anni, ritenuto responsabile della morte di Aurora Tila, 13enne precipitata dal balcone al settimo piano della sua abitazione a Piacenza il 25 ottobre 2024.

Il processo si è svolto con rito abbreviato, che comporta una riduzione della pena di un terzo, mentre il pubblico ministero aveva chiesto 20 anni e 8 mesi di reclusione, senza riconoscere attenuanti generiche.

L’accusa ha contestato l’omicidio volontario pluriaggravato, considerando gli atti persecutori precedenti, la minore età della vittima e il legame affettivo tra i due. La decisione del tribunale è arrivata dopo circa un’ora di camera di consiglio, con la madre di Aurora presente in aula insieme ai suoi legali, che hanno espresso soddisfazione per il verdetto.