La pandemia di Covid-19 ha lasciato conseguenze non solo sulla salute, ma anche sul piano legale ed economico. Tra i casi più drammatici c’è quello di una vedova di Lodi, che dopo la morte del marito a causa del virus si è trovata coinvolta in una lunga disputa con l’assicurazione. Dopo un iniziale verdetto favorevole del Tribunale di Parma, la Corte d’Appello di Bologna ha ribaltato la decisione.
Morte da Covid a Parma: la polizza e il confine tra rischio e infortunio
L’uomo, impiegato in una concessionaria di automobili, era deceduto il 27 marzo 2020. La polizza sottoscritta in passato garantiva protezione in caso di infortuni. La questione giuridica centrale riguarda proprio l’interpretazione del contratto e la possibilità di includere il Covid-19 tra i rischi indennizzabili. L’episodio mette in evidenza il confine delicato tra coperture assicurative tradizionali e eventi eccezionali come una pandemia, aprendo interrogativi su come le polizze future dovranno considerare il rischio di malattie virali gravi.
Morte da Covid a Parma, vedova chiamata a restituire l’indennizzo assicurativo
Nel marzo 2020, una donna di 47 anni di Lodi, madre di due figli, ha perso il marito a causa delle complicazioni legate al Covid-19. In un primo momento, il tribunale di Parma aveva riconosciuto alla vedova il diritto a un indennizzo assicurativo di 200mila euro, accogliendo le richieste presentate dai legali della famiglia. La polizza, stipulata anni prima e pensata per coprire gli infortuni, prevedeva un risarcimento in caso di eventi gravi, ma non contemplava esplicitamente le conseguenze di una pandemia.
Nei giorni scorsi, però, la Corte d’Appello di Bologna ha ribaltato la sentenza, ordinando alla donna di restituire l’indennizzo ricevuto e di farsi carico delle spese legali, quantificate in circa 24mila euro.
Secondo i giudici, l’infezione da Covid-19, pur provocando effetti gravi, non rientra nella definizione di “infortunio” prevista dalla polizza, poiché la causa non può essere considerata violenta. La decisione potrebbe ora essere impugnata in Cassazione, mentre la vedova e il suo legale valutano le prossime mosse.
“Sono molto triste e amareggiata, si cerca di chiudere psicologicamente vicende del genere ma ancora non riesco a farlo per via delle pendenze giudiziarie. Va bene la restituzione del premio all’assicurazione anche se lo ritengo non corretto, ma le spese legali le vivo male, praticamente ed emotivamente, come una punizione“.