Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha scelto una modalità insolita per il suo intervento all’Assemblea Generale Onu: il discorso sarà diffuso in tutta la Striscia di Gaza tramite altoparlanti, un’iniziativa che l’esercito ha definito “guerra psicologica”. L’operazione si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Israele e Palestina, mentre il premier affronta anche sfide diplomatiche sul piano internazionale, tra colloqui con gli Stati Uniti e osservazioni critiche rivolte ai Paesi occidentali sul riconoscimento dello Stato palestinese.
Netanyahu all’Assemblea Generale Onu: “Altoparlanti in tutta Gaza per il discorso”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha programmato un intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, criticando i Paesi occidentali che hanno recentemente riconosciuto lo Stato palestinese, tra cui Francia e Regno Unito. Secondo l’emittente Canale 12, l’ufficio del primo ministro avrebbe chiesto alle forze israeliane di diffondere il discorso tramite altoparlanti in tutta la Striscia di Gaza. Secondo fonti giornalistiche, l’esercito avrebbe deciso comunque di procedere, definendo l’operazione come un’azione di “guerra psicologica”.
Inizia il discorso di Netanyahu all’Assemblea Generale Onu: le delegazioni abbandonano l’aula
Benjamin Netanyahu è arrivato al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, trovando numerose delegazioni assenti dall’aula mentre inizia il suo intervento, rivolgendosi a un’aula quasi vuota.
All’inizio del suo intervento all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ricordato che l’anno precedente aveva mostrato una mappa che evidenziava il rapido sviluppo da parte dell’Iran di un programma nucleare e missilistico, che rappresenterebbe una minaccia non solo per Israele ma anche per gli Stati Uniti. Ha poi sottolineato i risultati ottenuti da Israele contro l’Iran, gli Houthi in Yemen, il regime di Assad in Siria e i leader di Hamas a Gaza.
Netanyahu ha precisato che gli altoparlanti installati a Gaza, che diffondono il suo discorso, sono destinati agli ostaggi. Ha aggiunto che l’obiettivo di Israele è completare l’operazione a Gaza il più rapidamente possibile, ricordando che gli ultimi militanti di Hamas sono concentrati nella città di Gaza. Mostrando una mappa aggiornata dei nemici di Israele nella regione, ha indicato che gran parte della leadership Houthi in Yemen è stata neutralizzata, così come Yahya Sinwar a Gaza, Hassan Nasrallah in Libano e il regime di Assad in Siria.
“Non abbiamo ancora finito. Gli ultimi resti di Hamas sono trincerati a Gaza City. Vogliono ripetere le atrocità del 7 ottobre ancora e ancora. Ecco perché Israele deve finire il lavoro il più rapidamente possibile“.
Il premier israeliano ha esortato Hamas a liberare gli ostaggi e a deporre le armi, avvertendo che in tal caso i prigionieri sarebbero stati risparmiati, mentre in caso contrario Israele li avrebbe ricercati e perseguiti. Dal pulpito dell’Assemblea ha inoltre accusato gli altri leader mondiali di essersi tirati indietro e di aver favorito il male.