Nuovi sviluppi giudiziari coinvolgono l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e altre figure della magistratura pavese. Le indagini riguardano presunti favori e irregolarità nella gestione di fondi e incarichi, con l’obiettivo di fare luce su comportamenti potenzialmente scorretti all’interno dell’ufficio giudiziario. Gli accertamenti hanno evidenziato relazioni complesse tra magistrati, società private e altri soggetti coinvolti, delineando uno scenario di interesse pubblico e istituzionale.
Nuove accuse per l’ex procuratore Venditti
L’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, già coinvolto nel caso legato all’archiviazione di Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi, si trova ora al centro di un’altra indagine. La Procura di Brescia lo ha infatti iscritto nel registro degli indagati per corruzione, in uno dei filoni dell’inchiesta denominata Clean.
Secondo gli inquirenti, Venditti avrebbe favorito alcuni dirigenti della società Esitel, l’azienda incaricata delle intercettazioni durante le indagini sull’omicidio Poggi, ricevendo in cambio condizioni di favore per l’acquisto di un’auto di lusso.
L’inchiesta bresciana, partita da un controllo sulla gestione dei fondi della Procura pavese, ipotizza l’esistenza di un sistema di relazioni opache tra magistrati, imprenditori e funzionari pubblici. Gli investigatori parlano di una “gestione discutibile delle risorse” che avrebbe consentito per anni spese ingiustificate e presunti scambi di favori.
Tra gli elementi finiti agli atti figurano anche alcuni appunti sequestrati a casa di Giuseppe Sempio, padre di Andrea, nei quali compare una frase annotata a mano: «Venditti gip archivia X 20 30 €», considerata dagli inquirenti un possibile riferimento a pagamenti collegati alla presunta corruzione. Il legale di Venditti, Domenico Aiello, ha presentato ricorso sostenendo che “non esistono gravi indizi a carico del mio assistito”.
Il coinvolgimento del pm Mazza e il “sistema Pavia”
Nella stessa inchiesta compare anche il nome di Pietro Paolo Mazza, ex sostituto procuratore di Pavia e oggi in servizio a Milano, indagato per peculato e corruzione in atti giudiziari. Secondo la ricostruzione della Procura di Brescia, Mazza avrebbe beneficiato nel 2019 di vantaggi economici da parte della stessa Esitel, ottenendo l’acquisto agevolato di un’automobile in cambio di incarichi e appalti concessi alla società.
Le perquisizioni effettuate dalla Guardia di Finanza hanno interessato la sua abitazione e il suo ufficio al Palazzo di Giustizia milanese, dove gli investigatori hanno sequestrato documenti e dispositivi elettronici.
Gli accertamenti fanno parte di una più ampia indagine sulla cosiddetta “mala gestione” della Procura di Pavia, risalente al periodo in cui l’ufficio era guidato da Venditti. Secondo l’ipotesi accusatoria, si sarebbe consolidato nel tempo un meccanismo di favori reciproci e spese non tracciate, che avrebbe coinvolto magistrati, imprenditori e membri delle forze dell’ordine.
“Sono molto fiducioso che si risolverà tutto nel più breve tempo possibile”, ha dichiarato l’avvocato Massimo Dinoia, difensore di Mazza. Intanto, la Procura bresciana continua a vagliare le carte e i conti bancari degli indagati per verificare se, dietro gli episodi contestati, si nascondesse davvero un sistema radicato di corruzione nella gestione dell’ufficio giudiziario pavese.