La tensione nella Striscia di Gaza torna a salire. Le operazioni militari israeliane continuano e le vittime continuano a crescere.
Gaza, occupazione e piani operativi dell’Idf
Il capo di Stato Maggiore israeliano, Eyal Zamir, ha approvato il quadro generale delle operazioni delle Israel Defence Forces per l’occupazione nella Striscia di Gaza.
L’annuncio arriva direttamente dal canale Telegram dell’Idf. Un documento che non è solo strategia. È la mappa delle prossime mosse, spiegano fonti militari. Ieri le operazioni a Zeitoun hanno segnato l’inizio di una nuova fase. L’Idf sottolinea l’importanza di aumentare la prontezza delle truppe, preparare le riserve e garantire tempi di riorganizzazione. Tutto in vista dei prossimi attacchi, che potrebbero arrivare “in qualsiasi momento”, dicono gli ufficiali.
Le immagini dall’alba mostrano una città sotto pressione. Colonne di fumo si alzano ovunque. Case colpite. Quartieri devastati. È una Gaza che cerca di respirare, ma fa fatica. La comunicazione ufficiale di Israele resta asciutta. “Prepararsi e procedere”, il mantra delle forze sul terreno. Ma dietro le cifre, ci sono vite spezzate.
Gaza, escalation dell’occupazione: raid e vittime segnano una nuova fase di crisi
Da questa mattina, almeno 24 palestinesi sono stati uccisi, tra cui cinque bambini. Cinque erano richiedenti aiuti. A riportarlo è l’emittente qatariota Al Jazeera, che cita fonti mediche palestinesi e della Mezzaluna Rossa. Dodici persone hanno perso la vita in un raid su una casa a Zeitoun, secondo l’ospedale al-Ahli Arab. Le immagini parlano da sole. Fumo nero tra le strade, edifici scuri, vetri infranti. In mezzo al fumo e alle strade devastate, la popolazione cerca di resistere mentre Gaza affronta una nuova fase di occupazione che segna la vita di civili e bambini.
Eppure, tra la paura e la devastazione, c’è chi prova a rassicurare. “Stiamo bene”, scrive il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, sui social. Foto e video mostrano colonne di fumo a pochi passi dalla parrocchia dove vivono circa cinquecento persone. È una voce di calma in mezzo al caos, ma non basta a cancellare l’angoscia. Le esplosioni continuano. La gente cerca riparo, chi può fugge. Chi resta osserva. La guerra non è solo sul terreno, è negli sguardi, nei silenzi, nelle mani che tremano.
Gaza sembra un teatro dove il tempo si è fermato. Ogni attimo conta, ogni decisione pesa. L’Idf avanza, i piani sono chiari, ma il prezzo è umano. Le cifre diventano nomi, i nomi diventano storie. E in mezzo, la città prova a sopravvivere, cercando un barlume di normalità che sembra sempre più lontano.