Il caso dell’omicidio di Martina Scialdone continua a scuotere profondamente sia l’opinione pubblica che la famiglia della giovane vittima. Dopo la sentenza di primo grado, tutta l’attenzione è rivolta alla decisione della Corte d’Appello sull’ex fidanzato, accusato del tragico delitto. In seguito alla pronuncia, la madre della vittima ha manifestato tutta la sua rabbia e delusione.
Omicidio di Martina Scialdone: la tragedia davanti al ristorante
Martina Scialdone, 35enne romana e avvocato specializzato in separazioni e casi di violenza domestica, è stata brutalmente uccisa dal suo ex compagno davanti a un ristorante il 13 gennaio 2023.
Costantino Bonaiuti, 61 anni, non riusciva ad accettare la fine della loro relazione e, quella sera, ha agito con estrema violenza. La scena si è svolta intorno alle 22:30 nel quartiere Appio Latino, in via Amelia, nel locale “Brado”, dove Martina stava cenando con suo fratello poco prima dell’aggressione.
Dopo aver tentato inutilmente di riappacificarsi, Bonaiuti si è seduto al tavolo con lei, ma la donna, spaventata, si è rifugiata nel bagno del ristorante, determinata a porre fine a quella tormentata relazione. Successivamente, Martina è uscita, convinta a parlare ancora, ma poco dopo l’uomo le ha puntato una pistola al petto e ha sparato un colpo fatale, uccidendola davanti al fratello che ha cercato disperatamente di soccorrerla.
Subito dopo il delitto, Bonaiuti è fuggito a bordo della sua auto, ma le forze dell’ordine lo hanno rintracciato a pochi chilometri di distanza, nel quartiere Fidene, a nord di Roma. Ingegnere e rappresentante del sindacato AssiVolo, Bonaiuti era titolare di un porto d’armi per uso sportivo, che ha utilizzato per commettere il crimine.
Omicidio Martina Scialdone, la rabbia della mamma dopo la sentenza in appello per l’ex
In Appello la pena per Costantino Bonaiuti, ingegnere e ex compagno di Martina Scialdone, è stata ridotta a 24 anni e 8 mesi, rispetto all’ergastolo inflitto in primo grado.
Nel processo di secondo grado, la Corte d’Assise d’Appello di Roma ha deciso di escludere l’aggravante della premeditazione, determinando così un alleggerimento della condanna rispetto alla sentenza iniziale.
“Non gli hanno dato la premeditazione. Avrei voluto gioire, anche se in questi casi non si gioisce mai, come l’altra volta. Sono veramente delusa, non le lo aspettavo, mi aspettavo la conferma della condanna. Giustizia non è stata fatta“.