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Il caso Pandoro, che vede coinvolta l’influencer Chiara Ferragni, ha preso una piega seria con la richiesta di condanna avanzata dalla Procura di Milano. Durante un’udienza svoltasi il 25 novembre 2025, il pubblico ministero ha richiesto una pena di un anno e otto mesi di carcere per la famosa imprenditrice digitale.
Questo processo si è aperto a seguito di eventi risalenti al 15 dicembre 2025, quando Ferragni è stata accusata di aver sfruttato la sua immagine per fini illeciti.
Le accuse e il contesto del processo
Al centro della controversia ci sono due noti prodotti: il pandoro Balocco e le uova di Pasqua Dolci Preziosi. Questi articoli erano stati promossi da Chiara Ferragni attraverso campagne pubblicitarie che promettevano di destinare parte dei ricavi a iniziative benefiche. Tuttavia, secondo l’accusa, tali promesse non si sarebbero tradotte in reali donazioni, portando Ferragni a ottenere un profitto ingiusto stimato in circa 2,2 milioni di euro.
La reazione di Chiara Ferragni in aula
In aula, Ferragni ha deciso di non rilasciare dichiarazioni ai fotografi e ai giornalisti, presentandosi prima dell’orario di apertura del tribunale. Durante l’udienza, ha affermato con fermezza: “Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in buona fede”. Questo tentativo di difesa sottolinea la sua posizione di non aver mai avuto intenzione di lucrare sulla situazione.
Le conseguenze per gli altri imputati
Oltre a Chiara Ferragni, anche il suo ex manager, Fabio Damato, è sotto accusa, con la stessa richiesta di pena di un anno e otto mesi. Un’altra figura chiave coinvolta è Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia, per il quale è stata richiesta una condanna di un anno. La sentenza attesa per il 14 gennaio darà il verdetto finale su questa intricata vicenda.
La posizione legale e le difese
Gli avvocati di Ferragni, Marcello Iannaccone e Marcello Bana, stanno preparando la loro difesa, puntando sulla richiesta di rito abbreviato con la speranza di ottenere una riduzione della pena. Intanto, il giudice ha già escluso dalla causa Alessandra Balocco, presidente dell’omonima azienda, che era inizialmente indagata ma è deceduta nel 2025.
Un futuro incerto per l’influencer
La prossima udienza è fissata per il 5 dicembre 2025, dove si continuerà a discutere le accuse di truffa aggravata legate alla pubblicità ritenuta ingannevole. Le campagne commerciali, che avevano fatto leva su presunti scopi benefici, hanno sollevato un polverone mediatico e legale che ha messo in discussione non solo la reputazione di Ferragni, ma anche le pratiche di marketing adottate nel settore.
In attesa del verdetto finale, l’influencer continua a fronteggiare una fase estremamente delicata della sua vita professionale e personale, segnata da pressioni e critiche. La vicenda del Pandoro gate rappresenta un capitolo inaspettato e complesso per una figura iconica del panorama digitale italiano.