> > Praesentia, il trionfo del gusto al Madre

Praesentia, il trionfo del gusto al Madre

fabrizio pullara vhrfrav4u00 unsplash pizza napoletana

Dal 7 aprile al 7 dicembre, “Praesentia, gusto di Campania. Divina”, progetto promosso da Regione Campania e Agenzia Campania Turismo, ha attraversato la regione in otto tappe dedicate alle sue eccellenze. L’ultima, al Museo Madre di Napoli, ha celebrato l’Arte del Pizzaiuolo napoletano Patrimonio UNESCO, con show cooking stellati, degustazioni, vini, birre e dolci tradizionali, restituendo il racconto contemporaneo di una Campania che si esprime attraverso ciò che crea, custodisce e tramanda.

E così, il 7 dicembre, al Museo Madre, l’evento “Maestri e margherite dall’antichità al presepe” ha chiuso l’ottavo e ultimo capitolo del percorso, in concomitanza con la celebrazione degli otto anni del riconoscimento UNESCO all’Arte del Pizzaiuolo Napoletano, Patrimonio Immateriale dell’Umanità dal 7 dicembre 2017. L’appuntamento anticipa inoltre la candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio Immateriale dell’Umanità, in attesa della pronuncia del Comitato UNESCO a New Delhi, dall’8 al 13 dicembre.

Il Museo Madre, cuore pulsante dell’arte contemporanea napoletana, si è trasformato in un palcoscenico d’eccezione per la tappa finale di Praesentia. Tra architettura innovativa e spazi espositivi avvolgenti, le sale hanno dialogato con la città, accogliendo ospiti e pubblico in un percorso che ha intrecciato show cooking, talk, degustazioni e momenti musicali. In questa cornice, l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, è stata celebrata attraverso gusto, tradizione e narrazione territoriale, trasformando ogni esperienza in memoria viva e identità condivisa.

madre cortile

Il cuore pulsante dell’analisi culturale ha trovato espressione nel talk “Maestri e margherite dall’antichità al presepe”, guidato da Marino Niola. L’antropologo di fama internazionale, saggista, ordinario di Antropologia culturale presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e direttore del MedEatResearch, Centro di Ricerche Sociali sulla Dieta Mediterranea, ha esplorato il ruolo della pizza come fenomeno culturale globale e come solido simbolo di comunità. Niola ha offerto una lettura che attraversa memoria, antropologia e gusto, descrivendo l’Arte del pizzaiuolo napoletano come un archivio vivente che conserva gesti, ricette e saperi.

Enzo Coccia, anima de La Notizia a Napoli, ha presentato due creazioni che raccontano la sua città. La prima è il battilocchio natalizio, fritto con scarola e baccalà: un piccolo scrigno a mezza luna, il cui nome affonda le radici nel Dizionario Dialettale Napoletano di Antonio Altamura (1956) e richiama, attraverso i secoli, il francese battant l’œil, la cuffia che cade sugli occhi. Accanto, la Margherita classica incarna il canone sacro della tradizione partenopea.

pf 88 scaled e1765359826568

Roberta Esposito, de La Contrada di Aversa, ha acceso i riflettori sulla Mastunicola, riconosciuta come la madre ancestrale di tutte le pizze. A completare il racconto, la sua Margherita bruciata con i bordi marcati e la cottura veloce, manifesta il dialogo ininterrotto tra passato e presente, trasformando ogni morso in una profonda esperienza sensoriale che celebra la storia secolare della pizza napoletana.

La birra Cape ‘e fierro Strong Lager, di Birrificio Kbirr (Giugliano in Campania, Fabio Ditto), ha accompagnato le pizze, con le etichette ideate da artisti Alessandro Flaminio, Pasquale Manzo e Luca Carnevale e il collettivo Cuoredinapoli, evocando l’anima urbana di Napoli e il suo patrimonio culturale condiviso. Il progetto coinvolge anche realtà sociali significative come l’Associazione “La Casa dei Cristallini” per le attività educative nel Rione Sanità.

La tradizione napoletana dei contorni trova poi voce con Peppe D’Addio (Dolce&Salato), che ha presentato il broccolo friariello di Napoli e il peperone ‘mbuttunat, piatti capaci di evocare la convivialità e la profondità dei sapori locali, espressione dell’identità culinaria della regione.

Il Gragnano Ottouve della Penisola Sorrentina DOC, di Salvatore Martusciello e Gilda Guida, ha accompagnato le pizze e i piatti della tradizione napoletana, esprimendo il terroir campano con vigne nei Campi Flegrei, Agro Aversano e Penisola Sorrentina. La degustazione, presentata dalla giornalista enogastronomica Monica Piscitelli, ha evidenziato l’eleganza di un rosso radicato nella storia e nella cultura della città.

Il percorso sensoriale si è chiuso con l’alta pasticceria di Antonio Petricelli (Pasticceria Primavera, ai Vergini) che ha presentato il raffiolo a cassata, dolce natalizio ricco di crema di ricotta, pan di Spagna e glassa, mentre Peppe D’Addio ha svelato i segreti degli struffoli, palline di farina e miele decorate con canditi, simbolo del Natale napoletano. Il caffè de Le Lazzarelle, proveniente dalla Casa Circondariale di Pozzuoli, ha chiuso la sequenza gastronomica insieme al Limoncello de I Curti di Sant’Anastasia della famiglia d’Alessandro.

Un mosaico di saperi e sapori nei luoghi iconici della Campania, dunque. È alla Reggia di Portici che Praesentia ha scelto di aprire, il 7 aprile 2025, il suo percorso attraverso le eccellenze culturali e gastronomiche della Campania: un debutto regale, sospeso tra storia e suggestione. L’appuntamento inaugurale, dal titolo evocativo “I segreti della dieta mediterranea”, ha acceso i riflettori sulla “triade mediterranea – cereali, vino e olio EVO – pilastri millenari della nostra identità alimentare e simboli riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Tra show cooking stellati, narrazioni colte, musica dal vivo e degustazioni, il pubblico ha vissuto un percorso sensoriale immersivo, componendo un quadro armonico delle eccellenze, della storia e dell’identità enogastronomica della regione, dove il passato ha dialogato con il presente in un intreccio di sapori, memoria e cultura. Dalla monumentalità borbonica di Portici, il ciclo ha poi preso il largo in un vero e proprio itinerario del gusto, attraversando luoghi-simbolo e vocazioni territoriali. Il 12 maggio, al Museo Campano di Capua, “La Regina Bianca” ha celebrato l’eccellenza lattiero-casearia per antonomasia: la mozzarella. Il 9 giugno, al Museo Diocesano di Salerno, “Alici nel paese delle meraviglie” ha guidato il pubblico nel mondo delle tradizioni ittiche, mentre il 30 giugno, nei suggestivi Campi Flegrei, “Dove si coltiva il mare” ha intrecciato pesca, ricerca e innovazione. Il viaggio è proseguito il 28 luglio al Palazzo Abbaziale di Loreto, a Montevergine, con “Il nettare di Bacco”, tributo alla ricchezza vitivinicola campana; e l’8 settembre, nella solennità della Certosa di San Lorenzo a Padula, “I cibi dell’anima” si è esplorato il rapporto profondo tra spiritualità e tradizione culinaria. A chiudere il cerchio dell’autunno, il 27 ottobre a Sant’Agata de’ Goti, “Il pomo della concordia” ha raccontato la storia e le virtù della mela annurca. Il viaggio è culminato, appunto, il 7 dicembre a Napoli, dove l’ultima tappa, ospitata al Museo Madre, “Maestri e margherite” ha reso omaggio all’Arte del pizzaiuolo napoletano, riconosciuta nel 2017 come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. È un ultimo capitolo che diventa racconto corale, un rito di sapori, memorie e creatività che abbraccia Napoli e la sua energia antica, un approdo che restituisce la visione completa di una regione che continua a raccontarsi attraverso ciò che produce, ciò che custodisce e ciò che tramanda: un patrimonio gastronomico che si fa cultura viva.

pizza napoletana enogastronomia napoli adobestock 305479217 scaled e1765359902713