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Prima della Scala 2025: record d’incasso, vip, proteste e l’opera controversa di Šostakovič

prima della Scala

Dalla potente musica di Šostakovič alle proteste in piazza, una Prima della Scala tra arte, cultura e tensioni sociali.

La Prima della Scala 2025 ha unito proteste, arte e celebrazione storica: l’opera scelta, Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Dmitrij Šostakovič, ha riportato sul palco milanese un capolavoro censurato da Stalin, trasformando il tradizionale 7 dicembre in un evento di forte impatto emotivo e culturale. Tra performance straordinarie, regia innovativa e applausi travolgenti, la serata ha confermato il prestigio internazionale del teatro, facendo convivere provocazione artistica e partecipazione del pubblico.

Prima della Scala 2025: un debutto tra polemiche e successo

L’opera scelta per inaugurare la stagione è stata Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, titolo di Šostakovič del 1934, celebre per essere stato censurato da Stalin. La regia di Vasily Barkhatov ha trasportato la vicenda dal villaggio russo dell’Ottocento a un ristorante degli anni Cinquanta, alternando realismo e visionarietà. La protagonista, Katerina Izmajlova, interpretata dalla soprano americana Sara Jakubiak, ha ricevuto applausi calorosi per una performance definita dalla stessa cantante “una tigre”.

La musica di Šostakovič, aspra e intensa, ha coinvolto emotivamente il pubblico, accompagnando ogni momento di disperazione, passione e violenza della protagonista. Riccardo Chailly, al suo ultimo 7 dicembre come direttore musicale, ha diretto con energia e precisione, restituendo all’opera la sua forza originale e sorprendendo per la contemporaneità della resa scenica. Gli applausi finali hanno superato gli undici minuti, confermando il consenso unanime della platea scaligera.

Prima della Scala, Liliana Segre tra gli ospiti: “Opera scandalosa, ma mi interessa sempre”

La Prima della Scala 2025 ha visto nuovamente protagonista la senatrice a vita Liliana Segre, che si è seduta nel palco centrale in assenza del Presidente della Repubblica. “Avevo letto in anticipo che cosa sarei venuta a vedere e a sentire. Ed è da quando avevo cinque anni che vengo alla Scala. Quindi sono preparata al balletto, all’opera per bambini ma quella di stasera è piuttosto scandalosa. Però mi interessa sempre“, ha dichiarato durante l’intervallo dell’opera.

La senatrice ha voluto sottolineare l’interesse per la musica e la scena: “Ho sempre interesse per quello che vedo alla Scala, che sento. Mi interessa, poi posso giudicare secondo il mio gusto, però alla base mi interessa l’opera“. L’ovazione ricevuta al suo ingresso è stata ricambiata con affetto dalla Segre stessa: “Sono io che voglio bene alla Scala“.

Prima della Scala tra trionfo e protesta: celebrità, politica e record d’incasso

Come da tradizione, la Prima ha attirato una parata di ospiti illustri: dal sindaco Giuseppe Sala alla senatrice Segre, passando per rappresentanti della politica, dell’industria e dello spettacolo, come Mahmood, Achille Lauro e Pierfrancesco Favino. Nonostante l’assenza dei vertici di Roma, l’evento ha registrato il record storico di incasso, quasi 2,7 milioni di euro, con biglietti venduti da 150 a 3.200 euro.

A margine, fuori dal teatro, sono proseguite le proteste dei lavoratori dello spettacolo e dei sostenitori di cause sociali, che hanno voluto manifestare la propria voce durante la serata. Tra applausi, emozioni e polemiche, la Scala ha aperto la stagione celebrando memoria, cultura e provocazione artistica, confermando il suo ruolo di teatro simbolo della lirica italiana: “Un’opera un po’ alternativa, ma ormai un classico“, ha commentato il ministro della Cultura Alessandro Giuli.