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Un gesto simbolico contro l’astensione
Il deputato Riccardo Magi, segretario del partito Più Europa, ha scelto un modo inusuale per esprimere il suo dissenso nei confronti dell’invito all’astensione ai referendum dell’8 e 9 giugno. Durante il question time del premier Giorgia Meloni, Magi è entrato in Aula vestito da fantasma, un gesto che ha immediatamente catturato l’attenzione dei presenti e dei media.
Questo atto di protesta non è solo una manifestazione di dissenso, ma rappresenta anche un richiamo alla memoria, evocando le parole della premier Meloni nel 2016, quando criticava i governi per aver silenziato i referendum.
Reazione della Camera
La reazione del presidente della Camera, Lorenzo Fontana, è stata immediata. Ha chiesto l’espulsione di Magi, che è stato prontamente allontanato dai commessi di Montecitorio. Mentre veniva portato via, il deputato ha urlato alla presidente del Consiglio: “Si ricorda, presidente Meloni, quando accusava i governi di silenziare i referendum? Se lo ricorda? Era il 2016”. Questo scambio ha messo in evidenza la contraddizione tra le parole e le azioni della premier, creando un momento di tensione nell’Aula.
Un simbolo di partecipazione
La protesta di Magi non è solo un atto individuale, ma rappresenta un sentimento più ampio di preoccupazione per la partecipazione democratica. In un momento in cui l’astensione sembra essere la risposta prevalente degli elettori, gesti come quello di Magi possono servire a stimolare un dibattito necessario sulla responsabilità civica e sull’importanza di far sentire la propria voce. La premier Meloni, assistendo alla scena, ha mantenuto un sorriso, ma la questione sollevata da Magi rimane cruciale: come possiamo garantire che i cittadini siano motivati a partecipare attivamente alla democrazia?