L’aviazione saudita ha condotto venerdì attacchi aerei contro posizioni legate alle forze del Consiglio di Transizione del Sud (STC) nella provincia di Hadramout, nel sud dello Yemen, in quelle che vengono descritte come le prime operazioni di questo tipo da quando, nel 2022, si sono fermate le principali operazioni militari.
Il bombardamento arriva mentre crescono, nel Sud, le richieste popolari di ripristinare uno Stato meridionale indipendente, come esisteva prima del 1990.
Secondo Aden Independent TV, emittente affiliata allo STC, “l’aeronautica saudita ha effettuato raid contro siti delle forze di sicurezza meridionali nella provincia di Hadramout, colpendo anche posizioni delle Forze d’Élite Hadrami a Wadi Nahb e a Ghayl Bin Yamin”.
Fonti dello STC hanno riferito all’Associated Press che “almeno tre raid” avrebbero preso di mira veicoli militari e postazioni delle Forze d’Élite Hadrami. Non sarebbero state registrate nell’immediato vittime confermate, ma l’episodio si inserisce in una fase di forte tensione sul terreno, segnata – secondo il testo – da un’imboscata che ha causato la morte di due combattenti meridionali e il ferimento di altri 12.
Amr al-Baidh, rappresentante speciale per gli Affari Esteri dello STC, ha dichiarato all’AP che le forze del Consiglio operavano nell’Hadramout orientale dopo essere state bersaglio di “imboscate multiple” da parte di uomini armati, sostenendo che le operazioni mirano a colpire reti di terrorismo e contrabbando di cui, a suo dire, beneficerebbero gruppi come al-Qaeda e gli Houthi.
Un’altra fonte tribale dell’Hadramout, citata dalla stessa agenzia, ha interpretato i raid come un “messaggio di avvertimento” volto a spingere al ritiro delle forze dello STC, in linea con una precedente minaccia saudita.
Gli attacchi sono arrivati dopo una dichiarazione del Ministero degli Esteri saudita, datata 25 dicembre, che ha definito i movimenti dello STC in Hadramout e al-Mahra una “escalation ingiustificata e unilaterale”, sostenendo che non vi sarebbe stato coordinamento con il Consiglio di Leadership Presidenziale né con la coalizione, e chiedendo un ritiro urgente e la consegna dei campi a forze sostenute da Riad.
Secondo quanto riportato, dall’inizio di dicembre 2025 lo STC avrebbe assunto il controllo della maggior parte di Hadramout e al-Mahra, incluse aree energetiche e porti considerati strategici, rafforzando la propria presa su territori che coincidevano con l’ex Stato del Sud.
Osservatori ritengono che questa espansione di controllo aumenti la capacità di fronteggiare minacce di sicurezza come contrabbando e gruppi estremisti, in una zona cruciale che si affaccia su rotte commerciali internazionali.
Tuttavia, le incursioni saudite – così come riportate – sono state presentate come prive di una motivazione chiara o di un mandato legale, soprattutto perché avrebbero colpito forze considerate alleate nella lotta contro le milizie Houthi sostenute dall’Iran.
Nel frattempo, città meridionali come Aden e Hadramout hanno visto, secondo il testo, manifestazioni di massa che chiedono l’annuncio dell’indipendenza, con bandiere dell’ex Stato del Sud. Diversi ministri del governo yemenita riconosciuto internazionalmente (tra cui Trasporti, Lavori Pubblici, Elettricità e Sanità) avrebbero espresso sostegno allo STC e al suo presidente Aidrous al-Zubaidi, in quello che viene descritto come un passo verso la “costruzione delle istituzioni del futuro Stato arabo del Sud”.
Il testo ricorda inoltre che il Sud fu travolto da una guerra devastante nel 1994, che portò alla sua sconfitta e a un periodo di gravi tensioni interne; molti meridionali considerano oggi il recupero della piena sovranità come la via principale per stabilità e sviluppo, soprattutto alla luce del controllo sulle risorse e sulle coste.
Analisti avvertono che l’escalation potrebbe incrinare ulteriormente la fragile alleanza contro gli Houthi, che controllano il Nord, aprendo la strada a cambiamenti profondi nella mappa politica dello Yemen. Vengono evidenziati anche i rischi per la lotta al terrorismo: lo STC rivendica di aver cacciato al-Qaeda dall’Hadramout nel 2016 e di proseguire operazioni contro cellule estremiste; un eventuale arretramento o indebolimento delle sue forze, sostengono gli osservatori citati, potrebbe favorire il ritorno di gruppi armati approfittando del vuoto di sicurezza, come accaduto in precedenza in altre aree del Paese.
Infine, il testo sottolinea le possibili ripercussioni sulla sicurezza marittima nel Mar Rosso e sulle rotte commerciali. Qualunque instabilità nel Sud potrebbe ampliare lo spazio di manovra degli Houthi e aumentare i rischi per la navigazione internazionale, in un contesto in cui – secondo un rapporto del Washington Center for Studies citato – le minacce contro lo shipping nel 2025 potrebbero protrarsi e la stabilità del Sud resterebbe un elemento chiave per contenerle.