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Report, la Procura di Roma sollecita i verbali dell’audizione di Ranucci in Commissione Antimafia: cosa c’è dietro

Ranucci Report

Il caso Report e Sigfrido Ranucci: la Procura di Roma sollecita con urgenza il verbale dell’audizione in Antimafia, ecco i motivi.

La sicurezza dei giornalisti d’inchiesta torna al centro del dibattito pubblico in Italia dopo l’attentato subito dal conduttore di Report Sigfrido Ranucci davanti alla sua abitazione di Pomezia lo scorso 16 ottobre. L’episodio ha sollevato preoccupazioni sulla pressione e sulle minacce che possono derivare dal lavoro di cronaca investigativa, mettendo in evidenza i rapporti tra politica, criminalità organizzata e libertà di stampa.

Nel contesto di questa vicenda, la Procura di Roma ha presentato una richiesta in merito all’audizione di Ranucci davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia.

Ranucci e Report, la richiesta urgente dei pm dopo l’audizione in commissione Antimafia

La Procura di Roma ha richiesto il verbale dell’audizione del 4 novembre in Commissione Parlamentare Antimafia del giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci, nell’ambito dell’indagine sull’attentato dinamitardo subito il 16 ottobre davanti alla sua abitazione di Pomezia.

Parte dell’audizione, durata circa un’ora, era stata secretata su richiesta dello stesso Ranucci, che aveva chiesto di spegnere i microfoni prima di rispondere a una domanda dell’ex magistrato e senatore M5S Roberto Scarpinato, relativa al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari e a un possibile collegamento tra il pedinamento denunciato dal giornalista e l’attentato subito.

Ranucci ha spiegato che la tempistica dei fatti è oggetto di indagine:

“Ho avvisato la scorta pochi minuti prima della partenza e nei giorni precedenti avevo già pubblicato sui social i temi della puntata di Report, che avrebbero potuto suscitare interesse da parte di soggetti malintenzionati”.

Ranucci e l’audizione in commissione Antimafia: reazioni politiche e controversie sulla secretazione

L’episodio ha scatenato reazioni contrastanti tra le forze politiche. Alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia hanno criticato la richiesta di secretazione, parlando di “strumentalizzazione mediatica” e mettendo in dubbio la rilevanza delle dichiarazioni. Al contrario, esponenti di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico hanno difeso la riservatezza richiesta da Ranucci, sottolineando la gravità delle intimidazioni subite dai giornalisti d’inchiesta e chiedendo ulteriori approfondimenti sia in sede giudiziaria sia parlamentare, con il coinvolgimento di organi come il Copasir.

Il sottosegretario Fazzolari, intervistato dal Corriere della Sera, ha definito “grottesco” l’episodio e ha aggiunto: “Se ti viene chiesto se c’è un collegamento tra l’attentato e un esponente del governo, la risposta dovrebbe essere molto chiara: ‘No’. Ranucci ha chiesto, al contrario, di secretare la sua risposta, alimentando il sospetto che quel collegamento ci fosse davvero”.