C’è Dio, c’è Lucifero. C’è la scrivania, la giacca di pelle, il sarcasmo. Il video di Ale Rubino — 1,1 milioni su TikTok — parte così. Un piccolo sketch satirico. Il tema riprende anche la questione del referendum 2025, che si profila come uno degli appuntamenti politici, secondo alcuni, più cruciali dell’anno.
Referendum 2025, gli influencer diventano testimonial del voto
Un racconto che, con ironia e amarezza, riassume il disagio del mondo del lavoro. Finti colloqui, contratti a scadenza, ferie mai. Poi la svolta: “Ora dovrò fare un referendum per sanare tutto”. E Lucifero si chiede: “E cos’è il referendum?”. Risponde Dio, stanco: “Se non vai a votare, divento sgradevole”.
È uno dei contenuti più condivisi in rete in questi giorni. 600mila visualizzazioni in 24 ore su TikTok. Due milioni su Instagram. Ed è solo l’inizio. Valeria Angione torna al format della lavagna — l’avevamo vista ai tempi del Covid. Spiega i quesiti. Ne elenca cinque. La studentessa fa la parte dell’italiana media: “Ma abrogativo con quante B si scrive?”. Ride, ma intanto ascolta. E chi guarda memorizza. Il messaggio è chiaro: non importa da che parte stai, basta che tu ci sia.
Referendum 2025, la campagna corre sui social
La tv ne parla poco, i giornali quasi nulla. Il referendum 2025 è più dibattuto altrove. Ma i social parlano, eccome se parlano. Creator, avvocati, influencer, anche chi da anni fa divulgazione. Giuseppe Di Palo, penalista su TikTok, spiega i quesiti in punta di diritto. Libreria alle spalle, Flavia Carlini chiarisce cosa stiamo votando. C’è chi spacchetta la busta dall’estero, chi lancia meme, chi indossa colori armocromatici per spiegare le schede. E poi ci sono i fact checker: provano a controbilanciare le fake news degli astensionisti.
Già, perché anche loro si fanno sentire. Dicono che il referendum è “truccato”, che serve solo a far raggiungere il quorum. E poi, ovviamente, c’è chi fa discutere. Michelle Comi, influencer di OnlyFans, afferma che “potrebbe essere l’unica volta che vado a votare”. Fa ironia: “Un gatto nella cuccia del cane diventa un cane?”. Sarà un personaggio, sarà se stessa. Ma il punto resta: se ne parla. E in fondo, è proprio questo che conta, avere un confronto sempre e comunque, un dialogo costruttivo dove ognuno può dire civilmente e con rispetto il proprio pensiero.